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NUOVE INDICAZIONI SUGLI ALIMENTI SFUSI E PREINCARTATI
Nuove indicazioni sugli alimenti sfusi e preincartati
Il Ministero della Salute (MSAL) ha diramato lo scorso 23 dicembre 2024 una circolare indirizzata a tutti gli assessorati alla Sanità delle Regioni e delle Province autonome, richiamando l'attenzione sull’obbligo di fornire informazioni dettagliate sugli ingredienti dei prodotti alimentari sfusi e preincartati. Le nuove indicazioni ministeriali hanno l’obiettivo di tutelare i consumatori, in particolare quelli affetti da allergie e intolleranze alimentari (come la celiachia), e ribadiscono l'importanza di rispettare gli obblighi di informazione sui prodotti alimentari sfusi e preincartati, spesso carenti nei negozi e nei pubblici esercizi.
Di seguito, vengono sintetizzati i principali doveri in materia di informazione sugli alimenti sfusi e preincartati.
1) Una corretta informazione
Gli alimenti venduti senza preimballaggio devono obbligatoriamente riportare la denominazione del prodotto e l’elenco degli ingredienti. Le sostanze o i prodotti che possono causare allergie o intolleranze alimentari devono essere chiaramente visibili rispetto agli altri ingredienti, con una distinta grafica. Le informazioni devono essere chiaramente leggibili, scritte in lingua italiana e posizionate direttamente sul prodotto o nelle vicinanze (ad esempio, sul contenitore, su un apposito cartello o registro, o su un altro sistema equivalente, anche digitale, in prossimità dei banchi di esposizione).
Le indicazioni sui prodotti non devono mai indurre in errore il consumatore riguardo la natura e la composizione del prodotto. Come già precisato dalla Commissione europea, è assolutamente vietato:
- fornirsi di un unico elenco di ingredienti, in quanto il consumatore deve poter distinguere i singoli alimenti;
- indicare gli allergeni solo attraverso il nome delle categorie di prodotti, poiché è necessario specificare l’identità di ogni singolo prodotto;
- utilizzare la formula “può contenere”, che rimanda a cartelli generici e non specifica l’identità di ogni alimento coinvolto nella preparazione.
2) Igiene e cultura degli allergeni
Il regolamento europeo 852/04 sulla sicurezza alimentare, integrato dal regolamento (EU) 2021/382, che ha introdotto nuovi requisiti per tutti gli operatori della filiera agroalimentare in materia di allergeni, prevede che tali operatori adottino una "cultura degli allergeni". In pratica, gli operatori devono:
- applicare buone prassi igieniche per prevenire contaminazioni accidentali da allergeni;
- condurre un’analisi dei rischi di contaminazione incrociata (cross-contamination) e definire le informazioni necessarie per i consumatori;
- formare adeguatamente tutto il personale coinvolto nella gestione degli allergeni e nella preparazione degli alimenti.
3) Controlli pubblici ufficiali per pubblici esercizi e collettività
La circolare del MSAL, emanata dalla Direzione Generale per l’igiene e la Sicurezza degli Alimenti e la Prevenzione, è stata motivata dalle numerose segnalazioni ricevute, che riguardavano la commercializzazione di prodotti alimentari senza preimballaggio, o imballati su richiesta, senza indicazioni sull’elenco degli ingredienti. In risposta a tali problematiche, il Ministero ha sottolineato la necessità di vigilare rigorosamente sul rispetto delle normative in vigore, con particolare attenzione alla sicurezza del consumatore.
Le disposizioni contenute nella circolare si applicano anche ai pubblici esercizi e alle collettività (ad esempio, bar, trattorie, pizzerie, fast-food, ristoranti, mense e attività di catering), che somministrano alimenti, anche gratuitamente. Inoltre, le attività di vendita e/o somministrazione a distanza (come la spesa online o il food delivery) devono anch'esse indicare in modo chiaro l’elenco degli ingredienti e la presenza di allergeni per ciascun prodotto.
Richiami alimentari in Italia ed Europa: allergeni e contaminazioni al primo posto
Nel 2023, i richiami alimentari in Europa hanno riguardato principalmente allergeni non dichiarati (35%), contaminazioni microbiologiche (28%) e contaminazioni chimiche (17%), così come riportato dal sistema RASFF (Rapid Alert System for Food and Feed) che ha registrato circa 4.634 notifiche a livello continentale, di cui oltre 800 in Italia.
Nel nostro paese, il Ministero della Salute segnala annualmente tra 500 e 600 richiami alimentari, con una predominanza di prodotti da forno, formaggi e salumi. Gli allergeni non dichiarati rappresentano la causa più comune (35%), seguiti dalle contaminazioni microbiologiche (28%) e chimiche (17%).
La distribuzione geografica dei richiami evidenzia un'incidenza maggiore nelle regioni del Centro-Sud. I dati mostrano come la sicurezza alimentare resti una priorità, con un costante monitoraggio da parte delle autorità competenti.
Tipologie di richiami alimentari |
% di richiami |
Allergeni non dichiarati |
35% |
Contaminazioni microbiologiche |
28% |
Contaminazioni chimiche |
17% |
Problemi di etichettatura |
10% |
Altro |
10% |
Ridurre i rischi di sicurezza alimentare legati alla contaminazione
I rischi di contaminazione accidentale degli alimenti con allergeni sono di estrema gravità e, in alcuni casi, potenzialmente letali. La protezione dei consumatori vulnerabili, però, risulta ancora insufficiente in Italia e in altri Paesi dell’Unione Europea. Tale situazione non potrà migliorare fino a quando la Commissione europea non definirà regole uniformi per la valutazione del rischio e la fornitura di informazioni dettagliate sui prodotti, garantendo così una tutela più adeguata per i consumatori.
Per richiedere maggiori informazioni, contatta i nostri consulenti: https://www.promotergroup.eu/index.php/contattaci
CREDITO D’IMPOSTA ZES UNICA AGRICOLA: DOMANDE FINO AL 15 NOVEMBRE
CREDITO D’IMPOSTA ZES UNICA AGRICOLA: DOMANDE FINO AL 15 NOVEMBRE
La legge di Bilancio 2025 estende, dal 1° gennaio 2025 al 15 novembre 2025, il credito d’imposta per gli investimenti effettuati nella ZES unica per il settore della produzione primaria di prodotti agricoli, pesca e acquacoltura (ZES unica agricola).
Quali sono gli investimenti agevolabili
Sono agevolabili gli investimenti relativi all'acquisto di nuovi macchinari, impianti e attrezzature varie destinati a strutture produttive già esistenti o che vengono impiantate nel territorio della ZES unica agricola, nonché all'acquisto di terreni e all'acquisizione, alla realizzazione ovvero all'ampliamento di immobili strumentali agli investimenti, che rispettino le condizioni previste dalla normativa europea in materia di aiuti di Stato nei settori agricolo, forestale e delle zone rurali e ittiche.
Qual è la percentuale del credito d’imposta
Il credito d’imposta spetta nella misura del 65% degli investimenti ammissibili, aumentato all’80% per investimenti legati a uno o più obiettivi specifici di carattere ambientale e climatico o al benessere degli animali e per investimenti da parte di giovani agricoltori. Per le imprese attive nel settore forestale la percentuale sale al 100% degli investimenti ammissibili.
I progetti di investimento devono essere di importo superiore a 50.000 euro.
Quando inviare la comunicazione telematica
La comunicazione telematica delle spese ammissibili dovrà essere effettuata:
- dal 31 marzo 2025 al 30 maggio 2025, per le spese sostenute dal 1° gennaio 2025 e che si prevedono di sostenere fino al 15 novembre 2025;
- dal 20 novembre 2025 al 2 dicembre 2025, per le spese effettivamente sostenute dal 1° gennaio 2025 al 15 novembre 2025.
Per maggiori informazioni potete contattarci allo 0932/862613, inviando una mail a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. o www.promotergroup.eu/index.php/contattaci
RISCHIO MICROBIOLOGICO DEI PRODOTTI ORTOFRUTTICOLI: LE INDICAZIONI DEL MINISTERO DELLA SALUTE
Rischio microbiologico dei prodotti ortofrutticoli: le indicazioni del ministero della salute
Le ASP incaricate di effettuare verifiche ufficiali in campo, concentrandosi su aspetti cruciali come l'uso di acque, fertilizzanti, e la salute degli operatori.
Il Ministero della Salute, attraverso la Direzione Generale Igiene e Sicurezza degli Alimenti e la Nutrizione, ha recentemente diffuso una nota intitolata “Gestione del rischio microbiologico dei prodotti ortofrutticoli destinati al consumo crudo”. La comunicazione ha l'obiettivo di sensibilizzare sia i consumatori che i produttori riguardo ai potenziali rischi microbiologici associati al consumo di frutta e verdura cruda, in particolare quando non vengono adottate adeguate pratiche di igiene.
Il rischio microbiologico nei prodotti ortofrutticoli
Secondo l'EFSA (Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare), i prodotti ortofrutticoli freschi rappresentano uno dei gruppi alimentari più frequentemente coinvolti in casi di contaminazione microbiologica in Europa. In particolare, frutta e verdura non trattata correttamente possono essere contaminati da batteri patogeni come Salmonella, Escherichia coli (E. coli), Listeria monocytogenes e Campylobacter, con potenziali gravi rischi per la salute umana.
Nel caso dei prodotti ortofrutticoli freschi, la contaminazione microbiologica può verificarsi durante la fase di coltivazione, raccolta, selezione e confezionamento, trasporto e distribuzione. L'EFSA, nel suo Rapporto sul rischio microbiologico per i consumatori nell'Unione Europea, sottolinea come l'uso di acque non adeguatamente trattate, l'uso di fertilizzanti organici contaminati e l'igiene insufficiente degli operatori agricoli siano tra i fattori che contribuiscono maggiormente alla diffusione di agenti patogeni.
Controlli microbiologici e misure preventive
L'adozione di pratiche corrette di gestione del rischio microbiologico è fondamentale per prevenire focolai epidemici. Il Ministero della Salute, al fine di contrastare tali eventi, ha avviato una serie di misure per rafforzare i controlli sulla sicurezza alimentare. Le ASP sono ora incaricate di effettuare verifiche ufficiali in campo, concentrandosi su aspetti cruciali come l'uso di acque, fertilizzanti, e la salute degli operatori.
L'intensificazione dei controlli ha portato a specifici piani di campionamento e analisi sui prodotti ortofrutticoli freschi durante le fasi di produzione, selezione, confezionamento e commercializzazione. Un esempio concreto di rischio microbiologico è rappresentato dal recente allarme relativo ai pomodori tipologia ciliegino, che sono stati associati a contaminazioni da Salmonella (Salmonella enterica) in alcune indagini condotte dalle autorità sanitarie europee.
Il cambiamento climatico, con i suoi effetti sulle condizioni meteo e sull'agricoltura, ha introdotto nuovi rischi per la sicurezza alimentare. La siccità prolungata in regioni come la Sicilia potrebbe spingere gli agricoltori a utilizzare fonti di acqua non sempre sicure, aumentando il rischio di contaminazione microbiologica. L'EFSA ha recentemente sottolineato come le condizioni meteorologiche estreme possano influire sulla sicurezza alimentare, creando situazioni favorevoli alla proliferazione di batteri patogeni nei prodotti agricoli.
Le indicazioni fornite dal Ministero della Salute
Per ridurre i rischi microbiologici associati al consumo di prodotti ortofrutticoli, il Ministero della Salute e le autorità sanitarie raccomandano una serie di misure preventive:
- Lavare accuratamente frutta e verdura: è fondamentale sciacquare frutta e verdura sotto abbondante acqua corrente per rimuovere eventuali residui di terra, pesticidi e batteri. In alcuni casi, è possibile utilizzare soluzioni disinfettanti alimentari a base di cloro, ma è importante seguire le indicazioni fornite dal produttore per evitare rischi per la salute.
- Acquistare prodotti da filiere certificate: quando possibile, preferire frutta e verdura provenienti da agricoltura biologica o da filiere che garantiscono standard di sicurezza elevati, come quelle certificate ISO o GlobalGAP, BRC, IFS.
- Separare i prodotti di prima gamma da quelli di quarta gamma: i prodotti di prima gamma (come frutta e verdura fresca non lavata) dovrebbero essere separati nei punti vendita dai prodotti di quarta gamma (già lavati e confezionati).
Preferire prodotti di stagione e locali: optare per frutta e verdura di stagione, preferibilmente a km zero, riduce il rischio di contaminazioni derivanti da trattamenti chimici e dal trasporto a lunga distanza.
L’area servizi agroalimentari di Promotergroup è a vostra disposizione per garantire e implementare il monitoraggio degli alimenti e le procedure di sicurezza alimentare.
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CONDIZIONI DI LAVORO EQUE IN AGRICOLTURA: IL RUOLO DELLA FORMAZIONE E DELLA SICUREZZA SUL LAVORO
Condizioni di lavoro eque in agricoltura: il ruolo della formazione e della sicurezza sul lavoro
Pubblicato dal Comitato Europeo delle Regioni (CdR) il Parere dal titolo “Condizioni di lavoro eque in agricoltura: il punto di vista locale e regionale”.
Nel settore agricolo europeo, la transizione ecologica e la giustizia sociale devono procedere di pari passo. Il Comitato Europeo delle Regioni (CdR), in un recente parere dal titolo “Condizioni di lavoro eque in agricoltura: il punto di vista locale e regionale”, ha ribadito l'importanza di affiancare agli obiettivi del Green Deal misure concrete per tutelare i diritti sociali dei lavoratori agricoli.
La Politica Agricola Comune (PAC) ha introdotto il cd. meccanismo di condizionalità sociale, uno strumento innovativo che vincola l'erogazione dei fondi al rispetto delle normative sul lavoro. Il meccanismo di condizionalità sociale, permette di fatti agli Stati membri dell’UE di sospendere i pagamenti diretti alle aziende agricole che non soddisfano le norme richieste. Tuttavia, il CdR evidenzia che questo approccio presenta ancora alcune lacune in quanto, settori come quello ortofrutticolo, restano esclusi dal meccanismo, creando disparità e distorsioni della concorrenza. Per garantire una maggiore equità, il CdR invita a rafforzare e armonizzare le sanzioni per le violazioni, assicurando un'applicazione uniforme in tutte le regioni dell'UE e riducendo al contempo gli oneri burocratici per gli agricoltori.
Il calo della forza lavoro agricola e la necessità di investire in formazione e sicurezza
La forza lavoro agricola dell’UE, stimata in 17 milioni di persone nel 2020, rischia di ridursi drasticamente a 7,7 milioni entro il 2030. Questo calo preoccupa particolarmente in un settore già afflitto da carenze di manodopera e da una crescente dipendenza dai lavoratori migranti. Per rispondere a questa sfida, il CdR sottolinea l’urgenza di politiche che favoriscano l’integrazione dei migranti e migliorino le condizioni generali di lavoro. Tra le problematiche più critiche figurano le abitazioni dei lavoratori stagionali, spesso inadatte o precarie. Il CdR propone di sviluppare strumenti per garantire alloggi dignitosi, sottolineando anche la necessità di istituire canali indipendenti per raccogliere in forma anonima eventuali denunce. Sul fronte della sicurezza, i dati sono allarmanti: secondo dati Eurostat, dal 2007 al 2017 nell’Unione europea si sono verificati in media 500 decessi e 150.000 incidenti non mortali nel settore agricolo e forestale. Questi numeri evidenziano l'urgenza di una formazione mirata e di una transizione verso pratiche agricole più sicure, riducendo l’esposizione a sostanze chimiche pericolose come i pesticidi.
In questo contesto il ruolo della formazione in materia di sicurezza sul lavoro è di fondamentale importanza non solo per i lavoratori ma anche per i datori e le datrici di lavoro. Nel parere pubblicato lo scorso novembre 2024, il CdR incoraggia gli Stati membri a utilizzare la misura del FEASR in materia di trasferimento di conoscenze e informazione al fine formare gli agricoltori al loro dovere di datori. Inoltre, invita gli enti locali e regionali a utilizzare il sostegno del FEASR (Fondo Europeo agricolo per lo sviluppo rurale), e in particolare il programma LEADER (Liaisons Entre Actions de Developpement de l'Economie Rurale) per rispondere alle sfide e alle opportunità dovute all’afflusso di migranti e i rifugianti nell’UE, che potrebbe soddisfare la carenza di manodopera nel settore agricolo.
Pari diritti per donne e migranti: un imperativo etico e sociale
La tutela dei diritti delle donne e dei migranti nel settore agricolo rappresenta un tema cruciale. Le agricoltrici, spesso prive di uno status giuridico chiaro, sono penalizzate in termini di protezione sociale e opportunità. Il CdR sollecita politiche di genere che promuovano la parità di trattamento e valorizzino il ruolo delle donne in agricoltura. Parallelamente, i migranti, che costituiscono una parte significativa della forza lavoro, affrontano condizioni lavorative precarie, talvolta in assenza di documenti e tutele legali. La ratifica della Convenzione internazionale sui diritti dei lavoratori migranti potrebbe rappresentare un passo decisivo per garantire loro una protezione adeguata. Inoltre, il CdR suggerisce incentivi per le aziende che rispettano standard lavorativi superiori alla media, promuovendo certificazioni come la Global GAP GRASP globale o la certificazione SA8000. Solo attraverso un impegno coordinato tra enti locali, autorità europee e Stati Membri sarà possibile costruire un sistema agricolo più equo e sostenibile, in grado di garantire dignità e sicurezza a tutti i lavoratori.
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Consulta il Parere pubblicato dal Comitato europeo delle regioni: https://www.promotergroup.eu/images/blog_news_eventi/cor-2024-02565-00-00-ac-tra-it.pdf
AIUTI ALLE IMPRESE TURISTICHE
AIUTI ALLE IMPRESE TURISTICHE
Con il presente Avviso pubblico, il Dipartimento Regionale del Turismo, dello Sport e dello Spettacolo, intende incentivare gli investimenti produttivi nel settore turistico tesi a migliorare il livello qualitativo dell’offerta ricettiva, stimolando il comparto alberghiero ed extra alberghiero verso un miglioramento complessivo degli standard ricettivi, tenendo conto anche della compatibilità ambientale, della sostenibilità e della digitalizzazione.
Le proposte progettuali dovranno essere rispondenti ad almeno una delle seguenti finalità:
a) Il potenziamento dell’offerta turistica;
b) l’innalzamento degli standard qualitativi dell’offerta;
c) l’ampliamento ed il miglioramento dei servizi, volti anche alla destagionalizzazione
dell’offerta;
d) il riutilizzo produttivo di beni immobili dismessi, con particolare riferimento agli
e) immobili con valenza storico culturale.
Tipologia di aiuti
Le agevolazioni per le iniziative di cui al presente Avviso saranno concesse nel rispetto di
quanto previsto:
- Regolamento (UE) 2023/2831 (De minimis);
- Regolamento (UE) 651/2014 e s.m.i. (In esenzione).
Soggetti beneficiari
Possono beneficiare delle agevolazioni le imprese alberghiere ed extra alberghiere che svolgono o intendono svolgere, in via prevalente attività di impresa riferita ai seguenti codici ATECO 2007:
I soggetti proponenti devono possedere, alla data di presentazione della domanda di agevolazione, i seguenti requisiti di ammissibilità:
a) essere imprese regolarmente costituite e iscritte nel “Registro delle Imprese”, ancorché inattive o di nuova istituzione, e possedere un ATECO primario in uno dei settori ammissibili di cui all’elencazione precedente;
b) possedere i requisiti di classificazione o dimostrare di potere acquisire i requisiti di classificazione previsti dalla vigente normativa in materia di strutture ricettive;
c) di possedere al momento della presentazione dell’istanza l’unità locale presso il territorio della Regione Siciliana o, alternativamente, di impegnarsi a disporre al momento del primo pagamento dell’aiuto dell’unità locale identificata in sede di domanda;
d) essere in regola con le disposizioni vigenti in materia di normativa edilizia e urbanistica, del lavoro, della prevenzione degli infortuni e della salvaguardia dell’ambiente e impegnarsi a produrre i relativi titolo abilitativi al momento del primo pagamento;
e) trovarsi in regime di contabilità ordinaria (solo per gli aiuti a valere su Regolamento (UE) 651/2014 e s.m.i. (In esenzione);
f) essere in possesso di documentazione idonea attestante la capacità di copertura finanziaria dell’iniziativa (Iva compresa), rilasciata da istituti bancari o intermediari finanziari;
g) essere in regola con il pagamento degli oneri contributivi ed assistenziali, ove ricorra;
h) trovarsi nel pieno e libero esercizio dei propri diritti;
i) non essere in impresa in difficoltà;
j) non avere effettuato una delocalizzazione verso lo “stabilimento” in cui deve svolgersi l'investimento iniziale per il quale è richiesto l'aiuto, nei due anni precedenti la domanda di aiuto e impegnarsi a non farlo nei due anni;
k) essere in regola con la normativa antimafia di cui al D.Lgs. 159/2011 (Codice antimafia)
Interventi finanziabili
Le proposte progettuali presentate dovranno riguardare almeno una delle seguenti tipologie di intervento:
a) Ampliamento, ammodernamento e ristrutturazione di strutture esistenti, nonché la riattivazione delle stesse, anche mediante lavori di manutenzione straordinaria e/o consolidamento, demolizione e ricostruzione secondo quanto previsto dagli strumenti di pianificazione urbanistica comunale;
b) Realizzazione di nuove strutture o attività da realizzarsi anche attraverso iniziative che trasformano, con cambio di destinazione d'uso, immobili esistenti in strutture turistico alberghiere o extralberghiere;
c) Recupero fisico e/o funzionale di immobili o strutture turistico alberghiere o extralberghiere legittimamente iniziate e non ultimate.
Gli investimenti possono prevedere anche la realizzazione di “servizi funzionali”, strettamente collegati alla struttura ricettiva principale. Le iniziative agevolabili con il presente Avviso devono essere riferite a unità produttive ubicate nel territorio della Regione Siciliana.
Spese ammissibili
Le spese ammissibili debbono riferirsi ad immobilizzazioni nella misura necessaria alle finalità del progetto oggetto della richiesta di agevolazioni.
Rientrano anche:
a) spese per consulenze specialistiche, studi di fattibilità economico-finanziaria, nonché per l’ottenimento di certificazioni di qualità ambientali o attestati di prestazione energetica secondo standard e metodologie internazionalmente riconosciute, nella misura massima complessiva del 2% rispetto all’investimento ammissibile;
b) spese per oneri di progettazione, direzione lavori, collaudi e verifiche, nella misura massima complessiva del 4% rispetto all’investimento ammissibile;
c) spese per acquisto di suolo aziendale, fabbricati, immobili o di strutture già precedentemente adibite ad attività turistico alberghiere o extralberghiere, demolizioni e ricostruzioni, ampliamenti, ammodernamenti e ristrutturazione di strutture esistenti, opere di manutenzione straordinaria e/o consolidamento, demolizione e ricostruzione, anche su beni di terzi purché con comprovato titolo di disponibilità della durata non inferiore ad almeno un quinquennio, nella misura massima complessiva del 70% rispetto all’investimento ammissibile. (In ogni caso l'importo ammissibile per l'acquisto di suolo aziendale, fabbricati, immobili o strutture già precedentemente adibite ad attività turistico alberghiere o extralberghiere, non potrà superare il 30% dell'investimento ammissibile;
d) spese per programmi informatici nel limite del 20% rispetto all’investimento ammissibile;
e) spese per acquisto di macchinari, impianti, arredi, attrezzature varie, nuovi di fabbrica;
Agevolazione
Per progetti il cui contributo richiesto sia compreso tra € 50.000,00 e € 300.000,00 il regime di aiuto applicabile sarà quello previsto dal Regolamento (UE) n. 2831/2023 (“de minimis”), con una intensità massima pari al 80% della spesa ammissibile.
Il limite minimo di contributo per le agevolazioni concesse con il tale regime di aiuto è quindi di €50.000,00, mentre il limite massimo è di € 300.000,00.
Per progetti il cui contributo richiesto sia compreso tra € 300.000,01 e € 3.500.000,00 e, in relazione agli interventi di cui all’articolo 8, rispettino i pertinenti requisiti stabiliti dal Regolamento (UE) n. 651/2014 il regime di aiuto applicabile sarà quello previsto dal sopracitato Regolamento. Al riguardo, l’intensità massima è pari:
- Fino al 60% delle spese ammissibili per le micro imprese e piccole imprese (MPI);
- Fino al 50% delle spese ammissibili per le medie imprese;
- Fino al 40% delle spese ammissibili per le grandi imprese.
Il limite minimo di contributo concedibile per domanda di finanziamento è di 300.000,01 €, mentre il limite massimo è di 3.500.000,00 €.
Il contributo non è cumulabile con altri finanziamenti pubblici regionali, nazionali o comunitari richiesti per le medesime spese ammissibili.
Criteri di selezione
- Rapporto tra il costo dell'investimento rispetto all'occupazione generata intese come U.L.A.;
- Rapporto tra il costo dell'investimento (escluso il valore del suolo aziendale, fabbricati, immobili o strutture) rispetto al valore delle immobilizzazioni materiali (impianti, arredi, macchinari, attrezzature, ecc..);
- Caratteristiche del progetto:
- congruità del progetto in relazione a obiettivi e risultati attesi;
- progetti in linea con le politiche di rimedio al degrado urbano, inteso come recupero di immobili degradati
- progetti su immobili che presentano interesse storico architettonico ai sensi dell'art. 13 del D.lgs n. 42/2004
- qualità economico finanziaria del progetto in termini di economicità della proposta, adeguatezza e sostenibilità del business plan e prospettive di crescita;
- Rilevanza del progetto rispetto ai temi della sostenibilità ambientale;
- Nuovi investimenti nelle aree rurali e/o nelle isole minori siciliane e/o nelle aree a marginalità ricettiva.
Dotazione finanziaria
Le risorse disponibili per il presente Avviso ammontano complessivamente a euro 135.000.000,00.
Per maggiori informazioni potete contattarci allo 0932/862613, inviando una mail a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. o www.promotergroup.eu/index.php/contattaci
PUBBLICATE LE NUOVE LINEE GUIDA SULL’ETICHETTATURA ALIMENTARE (QUID)
Pubblicate le nuove Linee guida sull’etichettatura alimentare (QUID)
Il Ministero delle Imprese e del Made in Italy (MIMIT), con il supporto del Tavolo Agroindustria, ha pubblicato le nuove linee guida sull’indicazione quantitativa degli ingredienti (QUID), seguendo le disposizioni previste dal Regolamento (UE) n. 1169/2011 in materia di etichettatura alimentare.
Questo aggiornamento rappresenta un importante passo avanti per garantire maggiore trasparenza nell’etichettatura dei prodotti alimentari e un’informazione più chiara ai consumatori. Il QUID prevede l’obbligo, per i produttori, di indicare in etichetta la quantità percentuale degli ingredienti richiamati nella denominazione del prodotto, enfatizzati attraverso immagini o parole, o considerati essenziali per definirne la natura. L’intento è duplice: da un lato assicurare che il consumatore riceva informazioni dettagliate per compiere scelte consapevoli, dall’altro promuovere una competizione leale tra le aziende, prevenendo pratiche scorrette di comunicazione.
Le linee guida forniscono indicazioni specifiche su quando l’obbligo QUID entra in gioco. La dichiarazione è richiesta nei casi in cui un ingrediente viene citato direttamente nella denominazione del prodotto o attraverso descrizioni che ne mettono in risalto la presenza. Anche l’utilizzo di immagini o rappresentazioni grafiche che enfatizzano visivamente uno o più ingredienti impone l’indicazione della quantità. A ciò si aggiungono situazioni in cui un ingrediente è essenziale per caratterizzare il prodotto e distinguerlo da altri simili: una misura pensata per garantire la coerenza tra il nome e la composizione effettiva dell’alimento, soprattutto nei mercati dove i consumatori associano nomi specifici a standard precisi. Questo principio è particolarmente rilevante per prodotti la cui composizione può variare da Paese a Paese, con l’obiettivo di evitare ambiguità.
La circolare ministeriale chiarisce inoltre aspetti rilevanti legati a specifiche categorie di prodotti, come i prodotti preimballati e non preimballati, i formaggi freschi a pasta filata e le carni utilizzate come ingredienti. Per questi settori, la chiarezza nell’etichettatura assume un ruolo cruciale sia per l’informazione al consumatore sia per la conformità delle imprese alle normative nazionali ed europee. L’aggiornamento si estende anche alla gestione delle rappresentazioni grafiche sui banchi di vendita e alle disposizioni relative ai prodotti congelati, ribadendo la necessità di evitare pratiche ingannevoli e di fornire indicazioni accurate su modalità di conservazione e altre caratteristiche del prodotto.
In sintesi, l’applicazione rigorosa del QUID non è solo un obbligo normativo, ma uno strumento che valorizza la qualità e la trasparenza dell’intera filiera alimentare. Le nuove linee guida, frutto di un lavoro condiviso tra istituzioni e operatori del settore, rappresentano un punto di riferimento essenziale per tutti gli attori coinvolti. Attraverso un’informazione chiara e accessibile, il consumatore è finalmente messo al centro del processo decisionale, con la possibilità di compiere scelte consapevoli basate su in informazioni chiare e verificabili.
LEGGE DI BILANCIO 2025: LE PRINCIPALI NOVITÀ
LEGGE DI BILANCIO 2025: LE PRINCIPALI NOVITÀ
Pubblicata in Gazzetta Ufficiale la legge di bilancio 2025 che contiene le misure a sostegno delle imprese: rifinanziamento Nuova Sabatini, IRES premiale, decontribuzione Sud.
È stata pubblicata in Gazzetta Ufficiale il 31 dicembre 2024 n. 305 la Legge di Bilancio 2025. Questa non introduce nuovi strumenti di agevolazione, ma interviene su numerose misure già esistenti, muovendosi principalmente in due direzioni: da un lato, prorogando incentivi in scadenza al 31 dicembre 2024, e, dall’altro, ridefinendo la disciplina di diversi bonus.
Vediamo quali sono alcune delle principali novità.
Proroga sport bonus
Per i titolari di reddito d'impresa, il comma 246 ripropone per il 2025, lo sport bonus, il credito d'imposta per le erogazioni liberali in denaro per interventi di manutenzione e restauro di impianti sportivi pubblici e per la realizzazione di nuove strutture sportive pubbliche.
Modifiche alla disciplina del bonus investimenti 4.0
In primo luogo, viene prevista l’abrogazione dal 2025 del credito di imposta per beni immateriali 4.0. A seguito della modifica, quindi, il bonus può essere fruito limitatamente agli investimenti effettuati entro il 31 dicembre 2024 ovvero entro il 30 giugno 2025, a condizione che entro la data del 31 dicembre 2024 il relativo ordine risulti accettato dal venditore e sia avvenuto il pagamento di acconti in misura almeno pari al 20% del costo di acquisizione
Per il credito di imposta beni strumentali materiali 4.0, invece, viene fissato un limite massimo di spesa di 2.200 milioni di euro per gli investimenti effettuati dal 1° gennaio 2025 al 31 dicembre 2025, (entro il 30 giugno 2026, a condizione che entro la data del 31 dicembre 2025 il relativo ordine risulti accettato dal venditore e sia avvenuto il pagamento di acconti in misura almeno pari al 20% del costo di acquisizione). Ogni impresa dovrà trasmettere telematicamente al MIMIT una comunicazione concernente l’ammontare delle spese sostenute e il relativo credito d’imposta maturato; il quale trasmette all’Agenzia delle Entrate l’elenco delle imprese beneficiarie con l’ammontare del relativo credito d’imposta utilizzabile, in compensazione mediante modello F24.
Riduzione IRES
È anche prevista la riduzione dell’aliquota IRES dal 24% al 20% per il solo periodo d’imposta 2025, per le società di capitali che accantonano almeno l’80% degli utili 2024 e ne destinano almeno il 30% (comunque non meno del 24% degli utili 2023 e non meno di 20.000 euro) a investimenti in beni strumentali nuovi tecnologici come previsto per i beni di Transizione 4.0 e transizione 5.0. Tali beni devono essere nuovi e destinati a strutture produttive situate in Italia, realizzati a decorrere dalla data di entrata in vigore della Legge di Bilancio 2025 ed entro la scadenza del termine per la presentazione della dichiarazione dei redditi relativa al periodo di imposta successivo a quello in corso al 31 dicembre 2024.
Modifiche e semplificazioni alla disciplina del bonus Transizione 5.0
Vengono apportate importanti notifiche in merito alla presente disciplina, queste novità sono applicabili anche agli investimenti effettuati dal 1° gennaio 2024. Viene introdotta un'aliquota unica per investimenti fino a 10 milioni di euro. Viene eliminato il divieto di cumulo con il credito d’imposta ZES Unica Mezzogiorno/ ZLS e con altri incentivi finanziati da fondi europei.
Rimane, invece, confermata la non cumulabilità con il credito d’imposta per investimenti in beni nuovi strumentali materiali e immateriali 4.0. Vengono poi semplificate le procedure di calcolo dei consumi energetici.
Proroga per il triennio 2025-2027 del credito di imposta quotazione PMI
Con il comma 449 viene, il credito di imposta quotazione PMI, prorogato fino al 31 dicembre 2027.
Rifinanziamento Nuova Sabatini
Il comma 461 rifinanzia con 1,7 miliardi di euro la Nuova Sabatini, strumento efficace per la crescita e il rilancio degli investimenti produttivi delle micro, piccole e medie imprese.
Le agevolazioni consistono in un contributo in conto impianti, calcolato in via convenzionale su un finanziamento della durata di 5 anni e di importo uguale all’investimento, ad un tasso d’interesse annuo pari al:
- 2,75% per investimenti strumentali ordinari;
- 3,575% per investimenti 4.0 e per investimenti green.
Proroga del credito d’imposta ZES unica del Mezzogiorno
Per l’anno 2025 vengono stanziati 2,2 miliardi di euro. Il credito d’imposta spetta alle imprese che effettuano l'acquisizione dei beni strumentali nuovi, destinati a strutture produttive già esistenti o che vengono impiantate nelle regioni Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna, Sicilia o nelle aree della Regione Abruzzo ammissibili alla deroga prevista dall’art. 107.3.c), del TFUE (Trattato di Funzionamento dell’Unione Europea), come individuate dalla Carta degli aiuti a finalità regionale 2022-2027.
Prorogato anche il credito d’imposta ZES Agricoltura
Lo stanziamento previsto per l’anno 2025 è pari a 50 milioni di euro.
Interventi a sostegno dello sviluppo del settore turistico
È prevista la concessione di agevolazioni finanziarie a sostegno degli investimenti privati al fine di sostenere lo sviluppo dell’offerta turistica sul territorio nazionale.
L’obiettivo è sostenere lo sviluppo dell’offerta turistica a livello nazionale, favorendo anche:
- la destagionalizzazione dei flussi turistici;
- la digitalizzazione dell’ecosistema turistico;
- le filiere turistiche;
- gli investimenti nel rispetto dei principi ESG (Environment, Social, Governance, ovvero i tre pilastri della sostenibilità che contribuiscono al raggiungimento di obiettivi globali come quelli dell’Agenda 2030 dell’ONU);
- il turismo sostenibile.
(Sarà un decreto interministeriale a definire i criteri, le condizioni e le modalità per la concessione di tali agevolazioni).
Nuova decontribuzione Sud
Per gli anni 2025-2029, è disciplinato un nuovo sgravio contributivo per le imprese che occupano lavoratori nel Mezzogiorno. La decontribuzione è valida per Tutti i contratti a tempo indeterminato attivi nelle regioni meridionali.
L’intensità, però, è inferiore rispetto alla versione originaria:
- dal 30% si scende al 25% per il 2025 e si riconferma la progressiva diminuzione, che ora arriva fino al 15% nel 2029 (per gli anni 2026 e 2027 l’esonero sarebbe sceso al 20%; per gli anni 2028 e 2029 lo sgravio sarebbe stato fissato al 10%)
La copertura finanziaria di questa misura è di circa 7,1 miliardi di euro fino al 2030.
PATENTE A CREDITI NEI CANTIERI: LE REGOLE E LE DEROGHE PER I LAVORATORI AUTONOMI
Patente a crediti nei cantieri: le regole e le deroghe per i lavoratori autonomi
Tutti i requisiti inerenti agli adempimenti in materia di salute e sicurezza, necessari alla richiesta della patente a crediti
Con l’entrata in vigore del Decreto Legge n.19/2024, convertito in legge (n.56 del 29 aprile 2024), tutte le imprese ed i lavoratori autonomi operanti presso cantieri temporanei e mobili hanno l’obbligo di richiedere la patente a crediti per operare nei cantieri temporanei e mobili, ad esclusione di quelle che effettuano mere forniture e prestazioni intellettuali; escluse, altresì, le imprese con attestazione SOA di classifica pari o superiore alla III.
Nel caso di specie, i requisiti necessari alla presentazione telematica della domanda, sono sei, di cui tre autocertificati (iscrizione alla CCIAA, DURC regolare, DURF regolare) e tre, inerenti agli adempimenti in materia di salute e sicurezza sul lavoro, auto-dichiarati con dichiarazione sostitutiva di atto notorio (redazione DVR, nomina RSPP, adempimento degli obblighi formativi).
Il lavoratore autonomo (“persona fisica la cui attività professionale contribuisce alla realizzazione dell'opera senza vincolo di subordinazione"), alla luce di quanto definito dagli art.21 e 94 del D.Lgs. 81/08, ha l’obbligo di utilizzare attrezzature di lavoro in conformità alle disposizioni di cui al Titolo III, munirsi di dispositivi di protezione individuale ed utilizzarli conformemente alle disposizioni del medesimo Titolo III e munirsi di apposita tessera di riconoscimento corredata di fotografia, contenente le proprie generalità (ma quest’ultimo obbligo è previsto solo nell’ipotesi in cui effettuino la loro prestazione in un luogo di lavoro nel quale si svolgano attività in regime di appalto o subappalto).
L’articolo 21, al comma 2, poi, prevede la facoltà degli stessi soggetti, in relazione ai rischi propri delle attività svolte e con oneri a proprio carico, di beneficiare della sorveglianza sanitaria secondo le previsioni dell’art. 41 del T.U. (fermi restando gli obblighi previsti da norme speciali) e partecipare a corsi di formazione specifici in materia di salute e sicurezza sul lavoro, incentrati sui rischi propri delle attività svolte, secondo quanto previsto dall’articolo 37 del T.U. (anche in tal caso fermi restando gli obblighi previsti da norme speciali).
Alla luce delle considerazioni su esposte ed in risposta al quesito formulato, si evidenzia che i soggetti su menzionati non saranno obbligati a redigere il documento di valutazione dei rischi né alla designazione di un R.S.P.P. – Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione, atteso che tali obblighi incombono unicamente in capo a chi riveste la qualifica di datore di lavoro.
Allo stesso modo, gli stessi non saranno obbligati a frequentare i corsi di formazione cogenti in materia di salute e sicurezza (ad esclusione dei casi espressamente previsti da disposizioni speciali anche di attuazione del D.Lgs. 81/08, ovvero alle attestazioni inerenti all’avvenuta formazione per utilizzo di attrezzature con obbligo di addestramento, ai sensi dell’art.73 co.5 del D.Lgs. 81/08, regolamentata dall’Accordo Stato Regioni del 22/02/2012); nell’ambito della verifica dell’idoneità tecnico professionale del lavoratore autonomo destinato ad operare in un cantiere temporaneo e mobile, definita nell’allegato XVII co.2 lett. d) del D.Lgs. 81/08, facendo seguito alla modifica introdotta dal D.Lgs. 106/09, per il caso di specie la stessa sarà volta a rilevare la non obbligatorietà della formazione per i lavoratori autonomi.
Ne consegue che, nelle more di richiesta della patente a crediti, il lavoratore autonomo non sarà tenuto alla redazione del DVR, alla designazione del R.S.P.P. ed alla effettuazione della propria formazione (salvo i casi specifici sopra menzionati), avendo la possibilità, all’atto dell’istanza di richiesta telematica sul portale dell’INL dedicato, di dichiarare la non obbligatorietà dei suddetti adempimenti, costituenti, come detto, requisiti necessari, limitatamente ad ove applicabili.
Si precisa, in ultimo, che le suddette deroghe si applicano anche ai componenti dell’impresa familiare ex art.230-bis C.C. ed alle imprese senza lavoratori dipendenti e con un vero e proprio lavoro di subordinazione.
A cura di Francesco Ricupero
Consulente tecnico Area Sicurezza sul lavoro e Certificazioni No Food
Fonti:
D.L. 19/2024
Legge 56/2024
D.L. 19/2024
D.M. 132/2024
Circolare INL 4/2024
D.Lgs. 81/08 art.21
D.Lgs. 81/08 art.73
D.Lgs. 81/08 art.94
D.Lgs. 81/08 allegato XVII
Quesito Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali del 14 settembre 2012
Interpello al Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali n.7 del 02 Maggio 2013
In.Fo. Sicuri – Regione Piemonte
RIDUZIONE DEI PREMI ASSICURATIVI INAIL PER LE IMPRESE ARTIGIANE: ALIQUOTA AL 4,81% PER IL 2024.
Le imprese beneficiarie potranno ottenere lo sconto in sede di pagamento della rata di premio a conguaglio per l’anno 2024, entro il 17 febbraio 2025.
L’INAIL ha calcolato, per l’anno 2024, un’aliquota del 4,81% per le aziende artigiane che non hanno registrato infortuni nel biennio 2022/2023 e che si presentano in regola con le disposizioni in materia di formazione e sicurezza sul lavoro. Lo sconto a da applicare alle aziende è stabilita dal Ministero del Lavoro, con Decreto del 9 ottobre 2024, che determina la percentuale della riduzione dei premi assicurativi INAIL.
L’aliquota al 4,81% riguarda sia i premi della polizza artigiani (premio speciale unitario) che quelli della polizza dipendenti (premi ordinari). Le imprese beneficiarie devono, inoltre, aver richiesto la riduzione in sede di dichiarazione delle retribuzioni 2023, e potranno ottenere lo sconto in sede di pagamento della rata di premio a conguaglio per l’anno 2024, entro il 17 febbraio 2025.
Come presentare la domanda?
Le imprese artigiane che hanno presentato richiesta entro i termini previsti possono beneficiare, entro il 17 febbraio 2025, dello sconto in sede di pagamento della rata di premio a conguaglio per l’anno 2024. Per ottenere lo sconto è necessario presentare apposita istanza in sede di autoliquidazione delle retribuzioni, pagando in un’unica soluzione o in quattro rate trimestrali con interessi. Le richieste devono essere presentate per via telematica – utilizzando il servizio INAIL AL.P.I online - selezionando la voce “Invio telematico Dichiarazione Salari”.
Il saldo finale di autoliquidazione, se a credito, può essere utilizzato per compensare eventuali altri debiti per premi e accessori Inail, purché non iscritti a ruolo esattoriale. La compensazione può riguardare anche quanto dovuto ad altre amministrazioni o i contributi dovuti alle associazioni di categoria titolari di apposita convenzione con l’Istituto. Non è, invece, possibile utilizzare un credito relativo a contributi associativi per pagare un premio Inail, né effettuare compensazioni tra contributi associativi.
Il titolare artigiano deve verificare presso la sede Inail l’effettiva sussistenza del credito stesso e successivamente procedere alla compensazione, attraverso la compilazione del modello F24. Il modello F24 EP, invece, non consente di operare la compensazione tra importi a credito e a debito.
Decreto Interministeriale del 9 ottobre 2024 Riduzione dei premi per gli artigiani:
Fonte:
IL DECRETO AMBIENTE 2024 PUBBLICATO IN GAZZETTA UFFICIALE: SPINTA VERDE PER IL FUTURO DELL’ITALIA
Il Decreto Ambiente 2024 pubblicato in Gazzetta Ufficiale: spinta verde per il futuro dell’Italia
Tra le principali novità la semplificazione delle procedure di Valutazione di Impatto Ambientale (VIA).
Con il Decreto-Legge n. 153 del 17 ottobre 2024, pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 16 dicembre 2024, n. 294, e coordinato con la legge di conversione 13 dicembre 2024, n. 191, l’Italia compie un importante passo avanti verso la transizione ecologica. Questo provvedimento, che modifica il Testo Unico sull’Ambiente del 2006, non è di fatti solo un insieme di norme, ma un manifesto d'intenti per affrontare le sfide ambientali con una visione strategica e innovativa.
Tra le principali novità troviamo la semplificazione delle procedure di Valutazione di Impatto Ambientale (VIA). Il governo punta ad accelerare la realizzazione di progetti legati alle energie rinnovabili, considerati cruciali per il raggiungimento degli obiettivi del Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima (PNIEC), e del PNRR. I progetti di grande portata, come quelli per l'idrogeno verde, gli impianti fotovoltaici e agrivoltaici di vasta scala e i parchi eolici, verranno ora trattati come prioritari. Un ulteriore incentivo arriva dalla riduzione dei tempi burocratici, accompagnata dalla necessità per i proponenti di certificare la disponibilità legale dei terreni coinvolti nei progetti.
Il decreto affronta anche il tema dell’economia circolare, introducendo strumenti concreti per favorire il recupero e il riutilizzo dei materiali. L'Albo Gestori Ambientali, ad esempio, viene potenziato con una rappresentanza più ampia, per migliorare la gestione dei rifiuti da parte delle imprese. Le nuove disposizioni facilitano inoltre il recupero dei sottoprodotti derivanti dalle opere infrastrutturali e promuovono la cura del paesaggio e del verde pubblico e privato. Questo approccio è pensato per trasformare gli scarti in risorse, riducendo l'impatto ambientale e favorendo un modello di sviluppo sostenibile.
Sul fronte delle bonifiche, il decreto punta i riflettori sui cosiddetti "siti orfani", aree contaminate prive di un responsabile individuabile. Le nuove norme rendono più snelle le procedure di analisi e approvazione dei progetti di intervento, accelerando così le operazioni di risanamento. Sul lato rifiuti, un’altra importante novità è data dalla possibilità per il legale rappresentante di un’impresa di assumere direttamente il ruolo di responsabile tecnico per la gestione dei rifiuti senza necessità di verifiche iniziali o aggiornamenti (se ha ricoperto questo ruolo per almeno tre anni nella stessa azienda).
Il decreto non trascura la gestione del dissesto idrogeologico e delle risorse idriche, due temi sempre più urgenti in un contesto di cambiamenti climatici. L’introduzione del concetto di “acque affinate”, che include le acque reflue trattate per essere riutilizzate in agricoltura o industria, rappresenta un passo avanti verso una gestione più sostenibile delle risorse idriche. Parallelamente, vengono rafforzati il monitoraggio e la pianificazione degli interventi per la difesa del suolo, un impegno necessario per prevenire le emergenze ambientali.
Un altro aspetto cruciale riguarda le concessioni per l’estrazione di idrocarburi. Con il Decreto Ambiente, il rilascio di nuovi permessi per l’estrazione di idrocarburi liquidi viene bloccato, fatta eccezione per i progetti già avviati. Le deroghe sono concesse solo in casi specifici, come per giacimenti con un potenziale minerario significativo. Questa scelta riflette la volontà di ridurre la dipendenza dalle fonti fossili e promuovere una transizione verso fonti energetiche più pulite.
La transizione energetica trova ulteriore slancio con l’individuazione di zone prioritarie per le rinnovabili, dove i progetti potranno beneficiare di procedure autorizzative più rapide. Le commissioni VIA potranno inoltre avvalersi del supporto tecnico di enti specializzati, come il Gestore dei Servizi Energetici (GSE), per valutare con maggiore efficacia i progetti strategici.
Fonti:
Decreto-Legge n. 153 del 17 ottobre 2024