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MOBILITÀ ELETTRICA: TREND POSITIVI MA RITARDI DELLE GARE IN AMBITO AUTOSTRADE

+2.847 punti di ricarica rispetto a marzo 2022 ma i bandi continuano a slittare.

 

Cresce il mercato elettriche in Italia. Secondo la consueta rilevazione trimestrale di Motus-E, l’associazione che raggruppa tutti i principali stakeholders della mobilità elettrica, al 31 giugno 2022 in Italia risultano installati 30.704 punti di ricarica in 15.674 infrastrutture di ricarica (o stazioni, o colonnine) e 12.410 location accessibili al pubblico.

Negli ultimi tre mesi emerge un tasso di crescita rispetto ai trimestri precedenti, con un +2.847 punti di ricarica rispetto a marzo 2022, quando si contavano 27.857 punti in 14.311 infrastrutture. Guardando alla distribuzione geografica, il 57% circa dei punti di ricarica è distribuito nel Nord Italia, il 23% circa nel Centro e solo il 20% nel Sud e nelle Isole. Nonostante l’accelerazione del tasso di crescita rispetto ai trimestri precedenti, nel nostro Paese i bandi per realizzare le colonnine di ricarica lungo le autostrade sono fermi da oltre un anno. Uno stallo paradossale denunciato oggi da Motus-E che informa come l’Autorità di regolazione dei trasporti (Art) abbia deciso di prorogare al 28 ottobre 2022 il termine per la conclusione del procedimento volto alla definizione degli schemi dei bandi relativi alle gare cui sono tenuti i concessionari autostradali. Termine che in origine era stato fissato al 28 febbraio 2022 e poi già spostato al 31 maggio.

L’Italia risulta così essere sempre più isolata e penalizzata rispetto alle nazioni confinanti. Il risultato è che, mentre in altri Paesi europei, la realizzazione della rete di ricarica autostradale procede spedita, in Italia le cose avanzano lentamente, con la sola eccezione del piano messo in atto da Free-to-X, società costituita appositamente da Autostrade per l’Italia (che però gestisce soltanto metà della rete italiana a pedaggio).

 

 

EMISSIONI CO2, L'EUROPARLAMENTO APPROVA LA RIFORMA DEL MERCATO ETS

Obiettivo incentivare le industrie a investire in tecnologie a basse emissioni di carbonio, salvaguardando i posti di lavoro.

 

 

Approvata lo scorso 22 giugno, dall’assemblea plenaria del Parlamento europeo, la proposta di compromesso per la riforma del mercato dei permessi di emissione di CO2 (Ets – Emission trade system). La riforma ETS è passata con una fortissima maggioranza dopo essere stata bocciata, lo scorso 8 giugno, durante l’ultima plenaria di Strasburgo. La proposta, rimaneggiata rispetto alla versione precedente ha ottenuto il supporto di PPE, S&D, Renew e Verdi. Il provvedimento è passato con 439 voti a favore, 157 contrari e 32 astensioni.

Si tratta di un testo legislativo cruciale per riportare il mercato Ets sulla riduzione del 55% al 2030 delle emissioni, invece che del 40% come precedentemente fissato, e per adattarlo al nuovo “meccanismo di adattamento del carbonio alle frontiere” (Cbam). Il Cbam è il sistema di dazi climatici che si applicherà, con introduzione graduale a partire dal 2026, ad alcune merci importate da paesi che non hanno regimi simili all’Ets per la riduzione delle emissioni. In particolare con la riforma Ets l’Europarlamento chiede che il target 2030 di riduzione dei gas serra nei settori coperti dallo strumento salga al 63%, due punti in più rispetto al 61% proposto in origine dalla Commissione. L’obiettivo della riforma è quello di incentivare le industrie a investire nella decarbonizzazione, ma cercando di salvaguardare anche i posti di lavoro. Oltre alla risoluzione sulla riforma dell’Ets, sono state votate altre due posizioni del Parlamento europeo che erano state rinviate anch’esse in commissione Ambiente dopo il voto in plenaria dell’8 giugno: il nuovo Fondo sociale per il clima, a sostegno delle persone più colpite dalla povertà energetica e di mobilità, per aiutarle a far fronte ai maggiori costi della transizione energetica, e lo stesso dispositivo per i dazi climatici (il Meccanismo di adeguamento del carbonio alle frontiere – Cbam).

Il nuovo Fondo sociale per il clima dovrebbe includere:

- misure temporanee di sostegno diretto al reddito (come la riduzione delle tasse e delle tariffe energetiche) per far fronte all'aumento dei prezzi del trasporto su strada e del combustibile per riscaldamento;

- investimenti nella ristrutturazione degli edifici, nelle energie rinnovabili e per passare dal trasporto privato a quello pubblico, al car-pooling e car-sharing e all'utilizzo di modi di trasporto attivi quali la bicicletta. Le misure potrebbero prevedere incentivi fiscali, voucher, sovvenzioni o prestiti a tasso zero.

 

PACKAGING PRODOTTI ALIMENTARI, ARRIVA L’OBBLIGO DELLE ISTRUZIONI DI SMALTIMENTO

Federdistribuzione, Comieco e Ace Italia siglano un accordo per ecocompattatori nei supermercati.

 

Secondo l’Osservatorio Packaging del Largo Consumo di Nomisma che ha presentato i dati annuali, la sostenibilità alimentare dipende anche dal packaging, che contribuisce a definire un prodotto sostenibile soprattutto quando è riciclabile (62%), realizzato con materiali sostenibili (59%), senza overpackaging (46%) e plastic free (41%). È inutile ideare materiali facilmente riciclabili se poi i consumatori non sanno quali sono le indicazioni per una raccolta differenziata efficace. Dal 1° gennaio 2023, con l’entrata in vigore dell’etichettatura ambientale, diventerà un obbligo in Italia comunicare ai consumatori la destinazione finale di una confezione e i materiali di cui è composta. Tra le proposte che sono state prese in considerazione, l’etichetta ambientale digitale (Ead), sviluppata da Junker app, che consente di adeguarsi alla normativa, senza stravolgere il packaging design: personalizzabile in base alle esigenze dei clienti, l’opzione digitale proposta può essere attivata inserendo un QR-Code dinamico oppure sfruttando un elemento già presente sul packaging, il codice a barre.

In vista di questa importante scadenza Federdistribuzione, Comieco e Ace Italia hanno siglato un accordo triennale, per promuovere un nuovo sistema di raccolta differenziata e di avvio al riciclo degli imballaggi compositi a prevalenza carta per liquidi alimentari (utilizzati per contenere il latte, l'acqua, succhi di frutta e bevande non gasate, ma anche altri alimenti), attraverso il posizionamento di ecocompattatori automatizzati presso punti vendita della distribuzione moderna. Nel nostro Paese, secondo Comieco, gli imballaggi di poliaccoppiato a base carta raggiungono annualmente un immesso al consumo di 90mila tonnellate. L’obiettivo è quello di introdurre un nuovo canale di raccolta vicino al consumatore, attraverso una modalità di conferimento semplice e immediata, che si affiancherà ai sistemi locali di raccolta differenziata tradizionali già diffusi sul territorio, garantendo la tracciabilità dei materiali raccolti.

OLI MINERALI NEL CIBO: L’UE FISSA DEI LIMITI PER I MOAH

Le nuove regole sono ad effetto immediato ma non vincolanti, saranno gli Stati membri a decidere se applicarle.

 

Il Comitato permanente per piante, animali, alimenti e mangimi (PAFF) dell'Ue ha fissato per la prima volta dei limiti massimi di quantificazione (LOQ) per gli oli minerali aromatici (MOAH) presenti negli alimenti. La decisione è stata assunta il 17.05.2022. Gli idrocarburi aromatici di oli minerali (MOAH) sono sostanze che possono contenere elementi definiti genotossici e cancerogeni e quindi devono essere considerate come pericolose e mantenute sotto controllo. Possono contaminare gli alimenti attraverso la loro presenza negli imballaggi alimentari, nelle apparecchiature di lavorazione e negli additivi alimentari. Le potenziali fonti di contaminazione per gli oli vegetali sono numerose e ciò è dovuto all’esteso impiego di olio minerale, presente, per esempio, in oli lubrificanti utilizzati nelle macchine per la movimentazione meccanica, in agenti di controllo delle polveri (in particolare nella lavorazione della colza e della soia), nei sacchi di iuta usati per il trasporto di semi e olive, che possono contenere fino al 25% di composti poliaromatici, in additivi usati nella fabbricazione delle plastiche, in oli lubrificanti presenti nelle latte di alluminio utilizzate come contenitori, così come in inchiostri da stampa per la carta e il cartone, veicolanti di pesticidi o altri componenti attivi. La contaminazione da olio minerale può avvenire in qualsiasi fase della filiera. L’episodio più rilevante di contaminazione è avvenuto nel 2007/2008 in Ucraina, dove elevate quantità di olio di girasole sono risultate contaminate da olio minerale, in concentrazione anche superiore a 1000 mg/kg. Tracce di idrocarburi aromatici degli oli minerali (Moah) si trovano in diversi cibi che consumiamo quotidianamente; dal latte formulato all’olio extravergine, dalle creme spalmabili, cereali per la colazione ai biscotti, dai dadi da brodo alla margarina, per finire con le formule per l’infanzia: questi sono solo alcuni esempi di alimenti in cui è possibile individuare tracce di idrocarburi aromatici degli oli minerali (Moah).

  moah

Per diversi anni, l’Unione Europea non ha previsto alcun tipo di limite per gli oli minerali fino ad ora.

I nuovi limiti alla presenza di MOAH negli alimenti (Mineral Oil Aromatic Hydrocarbons) sono ad effetto immediato, ma non sono ancora giuridicamente vincolanti, e sono così articolati:

  • 0,5 mg/kg per alimenti secchi a basso contenuto di grassi/olio (≤ 4% di grassi/olio),
  • 1 mg/kg per alimenti con un contenuto di grassi/olio più elevato (> 4% di grassi/olio),
  • 2 mg/kg per grassi/oli.

Tutti i prodotti alimentari in Europa devono rispettare i nuovi limiti per i Moah e se i vari Stati applicheranno la norma, quelli non conformi rischiano di essere ritirati dal mercato.

 

ETICHETTATURA AMBIENTALE DEGLI IMBALLAGGI, NUOVA PROPROGA AL 31 DICEMBRE

Slitta dal 30 giugno 2022 al 31 dicembre 2022 l’obbligo di etichettatura degli imballaggi. Entrerà in vigore il 1° gennaio 2023.

 

La Legge n. 15/2022 che ha convertito il cosiddetto Decreto “Milleproroghe” ha nuovamente esteso la sospensione dell’operatività dell’obbligo di etichettatura ambientale, che passa dal 30 giugno 2022 al 31 dicembre 2022. L’obbligo di etichettatura degli imballaggi entrerà quindi in vigore il 1° gennaio 2023. La misura, contenuta nel “Testo Unico Ambiente” (DL n. 152/2006), prevede che tutti gli imballaggi dovranno essere opportunamente etichettati, nel rispetto di determinati requisiti, al fine di agevolare le operazioni di raccolta, riutilizzo, recupero e riciclaggio e per dare una corretta informazione ai consumatori sullo smaltimento degli stessi. All'obbligo sono tenuti tutti coloro che producono merci imballate e prevede che siano dichiarati tutti i materiali di tutti gli imballaggi in modo da facilitare il corretto smaltimento degli imballaggi stessi una volta che divengano rifiuti. Obbligo valido anche per le aziende agricole che vendono prodotti confezionati, come ad esempio bottiglie di vino o di olio, vasetti di conserve o qualsiasi altro prodotto confezionato.

I prodotti privi dei requisiti e già immessi in commercio o etichettati al 1° gennaio 2023 potranno essere commercializzati fino ad esaurimento delle scorte. Entro novanta giorni dalla data di entrata in vigore della legge, il Ministero della Transizione Ecologica adotterà, con decreto di natura non regolamentare, le linee guida tecniche per l’etichettatura ambientale.

Per i riferimenti integrali, consultare le news precedenti su questo argomento: https://www.promotergroup.eu/index.php/blog-news/item/118-nuove-normative-sulle-etichettature-degli-imballaggi

https://www.promotergroup.eu/index.php/blog-news/item/164-prorogato-l-obbligo-di-etichettatura-ambientale-per-gli-imballaggi

Linee Guida CONAI

Per informazioni contattaci allo 0932/862613, inviando una mail a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. o su https://www.promotergroup.eu/index.php/contattaci

 

 

UE: VERIFICA DELLA PRESENZA DI AMIANTO PRIMA DEI LAVORI DI RISTRUTTURAZIONE ENERGETICA

Il Parlamento europeo propone modifiche alla disciplina della protezione dei lavoratori dall’esposizione all’amianto nell’ambito dell’ondata di ristrutturazioni prevista fino al 2030.

 

Con la Risoluzione del 20 ottobre 2021 sulla protezione dei lavoratori dall'amianto, pubblicata sulla G.U.U.E. C 184/4505/05/2022, il Parlamento europeo, nell’accogliere l’ondata di interventi edilizi che mira alla ristrutturazione degli edifici entro il 2030, evidenzia la necessità di modificare le norme europee (e di conseguenza le norme nazionali) sulla prestazione energetica nell'edilizia e invita gli Stati membri a promuovere miglioramenti della prestazione energetica degli edifici esistenti, anche attraverso la rimozione dell'amianto e di altre sostanze nocive, prevenendo la rimozione illegale di tali sostanze e favorendo il rispetto della normativa vigente.

L'amianto causa tra 30.000 e 90.000 decessi all'anno nell'Unione Europea. L’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (AIRC) ha riconosciuto l'amianto come una sostanza cancerogena certa responsabile di asbestosi, tumori polmonari e del mesotelioma, nonché di tumori della laringe e delle ovaie. È stato osservato un aumento del rischio di cancro persino nelle popolazioni esposte a livelli molto bassi di fibre di amianto.

Il Parlamento invita quindi la Commissione a presentare una strategia europea per la rimozione dell'amianto tenendo conto “delle normative nazionali vigenti e di una valutazione d'impatto sui modelli più efficienti riguardo alla verifica obbligatoria della presenza di amianto negli edifici, consistente in diagnosi della presenza di amianto sulle superfici da parte di un'entità professionale con adeguate qualifiche e autorizzazioni, prima della vendita o della locazione e all'istituzione di certificati in materia di amianto per gli edifici costruiti prima del 2005 o prima dell'anno dell'introduzione a livello nazionale di un equivalente divieto dell'amianto, a seconda di quale delle due date sia anteriore”.

In sostanza è richiesta l’introduzione di obblighi specifici per i proprietari di edifici (pubblici e privati) costruiti prima di tali date, mediante controlli effettuati esclusivamente da operatori certificati per localizzare ed individuare l’eventuale presenza di materiali contenenti amianto prima che l’edificio (o parte di esso) sia venduto o affittato. A tal fine gli Stati membri dovranno stabilire sanzioni pecuniarie effettive, proporzionate e dissuasive per i venditori e locatori che non commissionano il controllo prescritto e non ne comunicano i risultati all’organismo competente prima della vendita o della locazione dell’immobile.

 

L’ITALIA SI MOBILITA PER PROMUOVERE LA TRANSIZIONE VERSO L’ELIMINAZIONE DELLE GABBIE

Sono 40 milioni gli animali allevati in gabbia ogni anno in Italia.

 

Oltre 300 milioni di animali soffrono rinchiusi in gabbia negli allevamenti di tutta Europa. Si tratta di una crudeltà innecessaria inflitta agli animali allevati a scopo alimentare. All’interno delle gabbie, animali come conigli, galline, maiali e vitelli sono condannati a continue, inutili sofferenze, trascorrendo gran parte della loro esistenza in gabbia. Tutto ciò provoca loro sofferenze e danni a livello psico-fisico. A questo si aggiunge poi anche la considerazione delle potenziali conseguenze di questa cattività sulla sicurezza e sulla qualità degli alimenti che derivano dagli animali ingabbiati. Per chiedere la fine dell’uso di ogni tipo di gabbia negli allevamenti a scopo alimentare, nel 2018 CiWF ha lanciato a livello europeo la raccolta di firme End the Cage Age. Quest’iniziativa, portata avanti da più di 170 associazioni in 28 Paesi, ha visto nascere la più grande coalizione di organizzazioni non governative in difesa degli animali allevati mai riunitasi in Europa. Il risultato della mobilitazione è stato la raccolta di 1,4 milioni di firme certificate, cui nel 2021 ha fatto seguito lo storico annuncio, da parte della Commissione europea, dell’impegno a proporre, entro il 2023, una normativa per eliminare gradualmente le gabbie dagli allevamenti. In Italia, dove si contano più di 40 milioni di animali allevati in gabbia ogni anno, il Governo non ha ancora preso una posizione netta contro questa pratica. Animal Equality Italia ha documentato in più occasioni le condizioni degli animali allevati in gabbia, evidenziando l'urgenza di mettere fine a quest'inutile crudeltà. Per ottenere un risultato più concreto, 22 organizzazioni italiane si sono poi impegnate ulteriormente per rinnovare l’impegno già assunto con l’adesione a End the Cage Age. Queste organizzazioni, tra cui la già citata CiWF Italia, ma anche Animal Equality, Essere Animali, Lega anti vivisezione, Lega nazionale per la difesa del cane, Ente nazionale protezione degli animali, Legambiente, Animal Law Italia e Humane Society International Italia, hanno dato vita a una coalizione per smuovere le istituzioni nazionali e comunitarie.

Per favorire l’abolizione delle gabbie è necessario prevedere strumenti economici che aiutino gli allevatori europei a realizzare la transizione.

 

CONTRIBUTI A FONDO PERDUTO COMMERCIO AL DETTAGLIO: DOMANDA MISE DAL 3 MAGGIO

Dal 3 al 24 maggio 2022, le imprese che svolgono in via prevalente attività di commercio al dettaglio possono presentare le istanze per l’accesso al contributo a fondo perduto del decreto Sostegni ter.

 

Al via le domande di accesso alle agevolazioni per le attività di commercio al dettaglio. Dalle ore 12:00 del 3 maggio 2022 e fino alle ore 12:00 del 24 maggio 2022, sarà possibile inviare la domanda, esclusivamente tramite la procedura informatica, raggiungibile dal sito del Ministero dello Sviluppo Economico. Il Fondo per il rilancio delle attività economiche, con una dotazione di 200 milioni di euro per l’anno 2022, è finalizzato alla concessione di aiuti in forma di contributo a fondo perduto a favore delle imprese che svolgono in via prevalente attività di commercio al dettaglio.

Obiettivo

Il fondo è stato istituito dal decreto-legge 27 gennaio 2022, n. 4 (articolo 2) per:

  • contenere gli effetti negativi derivanti dall'emergenza Covid
  • prevedere specifiche misure di sostegno per i soggetti maggiormente incisi.

Chi sono i beneficiari

Possono accedere al contributo le imprese che svolgono in via prevalente un’attività di commercio al dettaglio, i cui codici ATECO 2007 rientrano tra quelli identificati nella classificazione delle attività economiche: 47.19, 47.30, 47.43, 47.71, 47.72, 47.75, 47.76, 47.77, 47.78, 47.79, 47.82, 47.89 e 47.99, ovvero in una delle attività ricomprese nei gruppi 47.5 e 47.6. Per accedere le attività di commercio devono presentare un ammontare di ricavi, riferito al 2019, non superiore a 2 milioni di euro e che aver subito una riduzione del fatturato nel 2021 non inferiore al 30% rispetto al 2019. Inoltre devono possedere i seguenti requisiti alla data di presentazione dell’istanza:

  • avere sede legale od operativa nel territorio dello Stato e risultare regolarmente costituite, iscritte e «attive» nel Registro delle imprese;
  • non essere in liquidazione volontaria o sottoposte a procedure concorsuali con finalità liquidatorie;
  • non essere già in difficoltà al 31 dicembre 2019, come da definizione stabilita dall'articolo 2, punto 18, del regolamento (UE) n. 651/2014 della Commissione, del 17 giugno 2014, fatte salve le eccezioni previste dalla disciplina europea di riferimento in materia di aiuti Stato;
  • non essere destinatarie di sanzioni interdittive ai sensi dell'articolo 9, comma 2, lettera d), del decreto legislativo 8 giugno 2001, n. 231.

Agevolazione

Le risorse finanziarie destinate all’intervento agevolativo sono ripartite tra i soggetti aventi diritto, riconoscendo a ciascuno dei predetti soggetti un importo determinato applicando una percentuale alla differenza tra l’ammontare medio mensile dei ricavi relativi al periodo d’imposta 2021 e l’ammontare medio mensile dei medesimi ricavi riferiti al periodo d’imposta 2019, come segue:

  • 60%, per i soggetti con ricavi relativi al periodo d’imposta 2019 non superiori a euro 400.000,00;
  • 50%, per i soggetti con ricavi relativi al periodo d’imposta 2019 superiori a euro 400.000,00 e fino a euro 1.000.000,00;
  • 40%, per i soggetti con ricavi relativi al periodo d’imposta 2019 superiori a euro 1.000.000,00 e fino a euro 2.000.000,00.

 

Scadenze: le domande di accesso alle agevolazioni potranno essere presentate dalle ore 12:00 del 3 maggio 2022 e sino alle ore 12:00 del 24 maggio 2022, esclusivamente tramite la procedura informatica, raggiungibile all’indirizzo https://misedgiaicommerciodettaglio.invitalia.it

Una volta che la procedura di compilazione sarà ultimata, il soggetto richiedente potrà scaricare il modulo in formato “pdf” che andrà firmato digitalmente e successivamente caricato sul sistema per procedere all’invio della domanda. Ai fini dell’attribuzione delle agevolazioni, le istanze presentate nel primo giorno utile saranno trattate alla stessa stregua di quelle presentate l'ultimo giorno. Le richieste presentate fuori dai predetti termini, così come quelle presentate incomplete, ovvero con modalità difformi rispetto a quelle sopra descritte, non saranno prese in considerazione dal Ministero.

COVID COSA CAMBIA DAL 1° MAGGIO: TUTTE LE NOVITÀ

Via l’obbligo della mascherina sul luogo di lavoro escluso chi lavora in ambito sanitario e negli ospedali.

 

Dal primo maggio si torna alla normalità praticamente ovunque. È di nuovo possibile prendere un caffè o magiare al ristorante in tutta tranquillità dunque i clienti non sono più obbligati ad indossare la mascherina per entrare nei negozi o nei bar e ristoranti e non c’è neanche più l’obbligo di dover indossare la mascherina per arrivare al tavolo o recarsi in bagno.Per viaggiare invece serve la mascherina su tutti i mezzi di trasporto a lunga percorrenza come treni, aerei, navi, traghetti, pullman e bisogna indossare la Ffp2 fino al 15 giugno. Lo stesso vale per gli spettacoli al chiuso e per gli eventi nei palazzetti dello sport. Allo stadio invece non c’è più alcun obbligo.

LAVORO E COVID

L'ordinanza firmata il 28 aprile dal ministro Speranza, e in vigore dal primo maggio, prevede che è solo «raccomandato indossare dispositivi di protezione delle vie respiratorie in tutti i luoghi al chiuso pubblici o aperti al pubblico». Compresi dunque i luoghi di lavoro.

Per il settore privato ci sarà un incontro il 4 maggio tra imprese e sindacati per decidere il destino dei protocolli anti Covid e quindi anche della mascherina. Attualmente il protocollo anti-Covid negli ambienti di lavoro firmato dalle parti sociali prevede che «in tutti i casi di condivisione degli ambienti di lavoro, al chiuso o all’aperto, è comunque obbligatorio l’uso delle mascherine chirurgiche o di dispositivi di protezione individuale di livello superiore». Il 4 maggio la regola potrebbe essere confermata oppure il protocollo potrebbe essere aggiornato in chiave di una mera raccomandazione, lasciando la “libertà” alle singole aziende di trasformare a loro volta la raccomandazione in obbligo.

Per quanto riguarda il settore pubblico una circolare del ministro della Pubblica amministrazione Renato Brunetta dettaglia tutte le situazioni in cui è raccomandato l'uso della Ffp2. Secondo l’ordinanza di Brunetta la raccomandazione si applica a «personale a contatto con il pubblico o allo sportello senza barriere; personale che svolga la prestazione in stanze in comune con uno o più lavoratori, anche se si è solo in due, salvo che vi siano spazi tali da escludere affollamenti; nel corso di riunioni in presenza; in fila per la mensa e bar interni; in fila per l’ingresso in ufficio; chi condivide la stanza con personale “fragile”; in presenza di una qualsiasi sintomatologia che riguardi le vie respiratorie; negli ascensori».

GREEN PASS

Il green pass servirà per dimostrare l’avvenuta vaccinazione oppure la guarigione, ma non dovrà più essere esibito per entrare nei locali pubblici. Per entrare nelle strutture sanitarie e nelle Rsa bisogna obbligatoriamente avere il green pass (lavoratori, pazienti e visitatori). Il green pass non servirà per viaggiare o utilizzare i mezzi di trasporto. Per chi arriva dall’estero l’Italia ha eliminato ogni vincolo compreso il Plf — Passenger locator form — ma fino al 31 maggio rimangono le regole europee che impongono il green pass o test rapido per chi viaggia in aereo. Non serve più invece alcuna certificazione per alloggiare in albergo, per andare al ristorante o in palestra, per frequentare luoghi come piscina, centri benessere, parrucchieri, centri estetici, musei, teatri. Inoltre fino al 15 giugno l’obbligo vaccinale è in vigore per gli over 50, le forze dell’ordine e il personale scolastico ma non è più obbligatorio per lavorare. L’unica sanzione prevista è il pagamento di 100 euro.

 

 

 

 

LA PESCA DI LEONFORTE IGP: NOVITÀ PER IL NEO CONSORZIO

Presentati Rita Serafini, direttore del Consorzio di Tutela della Pesca di Leonforte IGP e Fabio Billotta, responsabile tecnico. 

Si è tenuta ieri 21 aprile 2022 a Leonforte, la prima Assemblea dei Soci del Consorzio di Tutela della Pesca di Leonforte IGP. Nel corso dell’assemblea è stato ufficializzato il Neo Consorzio di Tutela della Pesca di Leonforte IGP. Il provvedimento da parte del Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali, ora in corso di pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale, attende adesso i tempi della burocrazia per la definizione formale dell'iter.

In tale occasione sono stati presentati Rita Serafini, direttore del Consorzio di Tutela della Pesca di Leonforte IGP, e Fabio Billotta, responsabile tecnico. Presenti anche Gianni Polizzi, Presidente Promotergroup S.p.A., Domenico di Stefano, Presidente del neo Consorzio e del Distretto del Cibo del Sud-Est Siciliano e Sarah Bua, Responsabile Comunicazione di O.P. La Deliziosa.

Tra gli argomenti all'ordine del giorno sono state presentate le attività che verranno realizzate nel breve periodo per valorizzare e divulgare un prodotto di eccellenza, quale la Pesca di Leonforte IGP e il suo territorio di riferimento. La peculiarità che contraddistingue questo delizioso prodotto della terra è la pratica dell’insacchettamento dei singoli frutti, metodo antiparassitario totalmente naturale, che conferisce alla pesca spiccate proprietà organolettiche nonché un eccezionale sapore. Questa tecnica particolare consente di avvolgere i frutti ancora piccoli e verdi a mano, uno per uno, in un sacchetto di carta pergamenata proteggendoli in modo naturale da mosche e intemperie, senza l’utilizzo di antiparassitari. In riferimento al successo, il Presidente del Consorzio, Domenico Di Stefano ha così dichiarato: “Oggi il nostro areale di riferimento è di oltre 120 ettari di produzione, con 4 centri di confezionamento autorizzati e un fatturato che cresce del 30% anno dopo anno. Si tratta di numeri assolutamente lusinghieri, che continuano a mostrare elevanti potenziali di crescita”.

"Il neocostituito Consorzio di Tutela riunisce il 90% circa dei produttori sul territorio - ha rivelato Di Stefano - e l'ottenimento del riconoscimento da parte del Mipaaf è un risultato veramente molto importante e atteso, che ci autorizza ad operare per il bene collettivo della nostra 'Pesca di Leonforte IGP', a Indicazione geografica protetta”.

Nel proprio intervento Gianni Polizzi - Presidente Promotergroup S.p.A - ha sottolineato la propria soddisfazione per la neo costituzione del Consorzio. “Quanto fatto fin qui da Nick Di Stefano- ha dichiarato-  non si è riusciti a crearlo nella mia città, Vittoria. Quando, dopo la laurea, da giovane professionista ho preso coscienza dell’importanza della valorizzazione dei nostri prodotti tipici, nel vicino territorio di Pachino, era già stato richiesto il riconoscimento dell’IGP per il pomodoro ciliegino prima e successivamente del datterino e del melone. Stasera voi – rivolgendosi alla platea presente - avete la grande opportunità, di far nascere, in un territorio ricco di uno dei prodotti più buoni d’Italia, un qualcosa di unico e fondamentale per lo sviluppo del Vostro territorio e che può essere solo ampliato”.

Ed ancora, con riferimento al Distretto del Cibo del Sud Est Siciliano, di cui è anche direttore tecnico "Quando abbiamo deciso di creare il Distretto - ha rivelato lo stesso Polizzi- tutti i soci hanno concordato nell’affidare a Nick, proprio per il suo entusiasmo e le sue capacità, la responsabilità della presidenza del Distretto e di rappresentare le oltre 280 imprese ad esso appartenenti. Come Distretto, abbiamo già ottenuto un primo grande risultato per alcuni nostri soci che hanno deciso partecipare: un finanziamento da 6 milioni di euro e ci accingiamo a presentare in secondo progetto a valere sui contratti di filiera, in apertura a breve. E’, quindi, nostro intento continuare a portare risorse in Sicilia e valorizzare tutte le eccellenze come la Pesca di Leonforte IGP”.