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PREVENZIONE SICUREZZA LAVORO: RISCHIO LAVORO IN SOLITUDINE
PREVENZIONE SICUREZZA LAVORO: RISCHIO LAVORO IN SOLITUDINE
Per lavoro “in solitudine” si intende ogni mansione che debba essere svolta da un addetto in totale autonomia, non soggetta alla supervisione di un preposto, isolata da altri lavoratori e molto spesso all'esterno del sito dell'azienda cui appartiene. Una persona dunque che non può essere vista o sentita da altri.
Cos’è il rischio lavoro in solitudine
Il lavoro in solitudine presuppone che il lavoratore non abbia contatti diretti con colleghi. Un esempio di ruoli lavorativi che prevedono il lavoro in solitudine sono: Autotrasportatori, Addetti alle guardianie sia notturne, sia diurne, Tecnici di pronto intervento per servizi di pubblica utilità che svolgono il proprio lavoro sul territorio nazionale (energia elettrica, gas, acqua, ecc.), Addetti alle pulizie che operano in orari in cui i locali da pulire non sono “abitati”, Addetti ai servizi di vigilanza (che spesso presidiano ampie aree attraverso monitor e telecamere …), Addetti al Telelavoro, Agricoltori. Il rischio maggiore che comporta il lavoro in solitudine è la mancata possibilità di venire soccorsi (sia in caso di infortunio sul lavoro, sia in caso di malore o evento accidentale). Le conseguenze meno dirette, ma comunque da non trascurare, sono invece legate agli aspetti psicologici e sociali che possono avere delle ripercussioni sullo stato di benessere del lavoratore. Questa condizione di isolamento può essere causa di stress psichico (sensazione di isolamento, paura).
Ai lavoratori che prestano la propria attività in luoghi isolati, diversi dalla sede aziendale o unità produttiva, il datore di lavoro è tenuto a fornire loro (oltre al pacchetto di medicazione) un mezzo di comunicazione idoneo per raccordarsi con l'azienda al fine di attivare rapidamente il sistema di emergenza del Servizio Sanitario Nazionale. Per quanto riguarda il problema della mancata possibilità di venire soccorsi, il mondo della tecnica e della ricerca ha prodotto apparecchiature e/o sistemi di teletrasmissione (GPS, applicazioni per cellulari – APP - … ) in grado di monitorare situazioni di potenziale pericolo correlate a lavori in solitudine. È possibile, infatti, rilevare i movimenti del corpo attraverso apparecchi di controllo che la persona porta su di sé o attraverso apparecchi fissi di sorveglianza presenti nel locale. L’assenza di movimenti del corpo, conseguenti, ad esempio, ad una perdita di conoscenza, fa scattare automaticamente l’allarme dopo un tempo prestabilito. Da segnalare inoltre che oggi gli smartphone sono dotati di GPS e di altri sensori di movimento (es. accelerometro) in grado di determinare la posizione e gli spostamenti di una persona e che sono disponibili specifiche App che sostituiscono in modo più economico i dispositivi di rilevazione “uomo a terra”.
Valutazione rischio da lavoro in solitudine
In virtù dell’art. 17 del DLgs 81/08 la valutazione dei rischi è un obbligo che il datore di lavoro non può delegare a nessuno: riguarda tutti i rischi per la salute e la sicurezza dei lavoratori delle attività e luoghi in cui essa si svolge e l’organizzazione del lavoro specifica, senza alcuna differenza di genere e di età. Nel documento di valutazione è importante quindi che il datore di lavoro individui i lavoratori che operano in solitario e che crei una specifica valutazione dei rischi legati a questo specifico caso. Inoltre deve essere posta particolare attenzione al “Piano di evacuazione”. All’interno di detto piano è importante venga inserito uno specifico paragrafo in cui siano individuate le procedure di evacuazione in caso di emergenza e di necessità di primo soccorso per chi opera in solitario. L’analisi di un problema che sia di sicurezza o di attenzione alle condizioni di benessere, deve obbligatoriamente partire dall’esame della realtà operativa in cui il lavoro viene svolto. Detta realtà è rappresentata da più elementi che si interfacciano tra loro: i compiti, le responsabilità, l’ambiente, le attrezzature e gli impianti, e non ultimo, il sistema di relazione che ciascun addetto “percepisce e pratica” nel proprio ambiente lavorativo. È ovviamente fondamentale la collaborazione del Medico Competente in quanto occorre attivare una sorveglianza sanitaria mirata: i “lavoratori solitari” devono essere in possesso di uno specifico giudizio di idoneità.
Formazione rischio da lavoro in solitudine
L’Accordo Stato-Regioni che implementa l’art. 37 comma 2 del D.Lgs 81/08 sulla formazione dei lavoratori indica i titoli dei contenuti della formazione specifica per i lavoratori; tra questi non viene esplicitamente menzionato il lavoro in solitudine, in quanto non rappresenta di per sé un rischio, bensì una condizione di lavoro per la quale però il lavoratore deve essere idoneamente formato. Le persone che operano in solitudine devono conoscere bene il luogo di lavoro in cui operano, le macchine, gli utensili e le attrezzature di lavoro. È quindi importante che il lavoratore abbia ricevuto, oltre alla formazione già prevista per legge, una specifica formazione riguardante le misure di protezione da attuare in caso di emergenza, le misure di prevenzione atte ad evitare il disagio di una condizione di lavoro che lo pone per tutto l’orario o larga parte di esso in assenza di contatti con altri esseri umani. Nelle attività quindi in cui è previsto che vi siano uno o più lavoratori che operano da soli, la formazione sui rischi specifici è fondamentale. In questo caso vi è l’obbligo di seguire il corso “Formazione dei lavoratori”. Promotergroup S.p.A. oltre ad occuparsi di formazione obbligatoria mette a disposizione del datore di lavoro consulenti esperti che aiuteranno a creare il documento di valutazione del rischio. Il consulente guida il datore di lavoro nell’individuazione delle misure generali e specifiche di protezione e prevenzione, come indicato dal D. Lgs. 81/2008.
Promotergroup S.p.A. ha l’obiettivo di promuovere la cultura della prevenzione e della sicurezza sul lavoro.
Contattaci allo 0932/862613, inviando una mail a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. o su https://www.promotergroup.eu/index.php/contattaci
PREVENZIONE SICUREZZA LAVORO: RISCHIO MANCATA FORMAZIONE FIGURE SICUREZZA
PREVENZIONE SICUREZZA LAVORO: RISCHIO MANCATA FORMAZIONE FIGURE SICUREZZA
Le figure della sicurezza sul lavoro, che a vario titolo sono coinvolte nel sistema di sicurezza aziendale così come previsto dal Testo Unico D. Lgs. 81/2008, sono diverse: il datore di lavoro, il preposto, l’RLS (rappresentante dei lavoratori), l’RSPP (responsabile servizio prevenzione e protezione, l’addetto all’Antincendio, l’Addetto al primo soccorso.
Chi sono le figure coinvolte nella sicurezza sul lavoro
Il datore di lavoro, secondo il Testo Unico sulla Sicurezza del 2008, è il soggetto che titolare del rapporto di lavoro con il lavoratore o, a seconda dell’organizzazione aziendale, colui che dirige e detiene la responsabilità dell’organizzazione dell’azienda esercitando i poteri propri della sua funzione. All’interno di un’azienda, quindi, la prima figura incaricata di garantire la sicurezza sul lavoro e sulla quale ricade appunto l’obbligo del mantenimento della sicurezza è il datore di lavoro.
Il Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione (RSPP) è la figura nominata dal datore di lavoro che deve possedere capacità e requisiti adeguati alla natura dei rischi presenti sul luogo di lavoro. RSPP deve assumersi e dimostrare di avere quelle responsabilità che gli permettono di organizzare e gestire tutto il sistema appartenente alla prevenzione e alla protezione dai rischi.
Il preposto è il soggetto la cui mansione lo pone in una situazione di preminenza nei confronti di altri dipendenti, così da poter impartire istruzioni o direttive sul lavoro da eseguire, affiancando il datore di lavoro. Quest’ultimo è il garante operativo della sicurezza sul lavoro per effetto di legge indipendentemente dalla delega e ha il compito di vigilare affinché le attività lavorative vengano svolte secondo le norme.
RLS, acronimo di “Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza”, è una figura obbligatoria che ricopre un ruolo importante all’interno delle aziende, per questo motivo deve essere opportunamente formato. L’RLS è eletto o designato dai lavoratori, per rappresentarli in tutti gli aspetti della salute e della sicurezza durante il lavoro; di fatto è il primo organo di controllo sull’efficienza del motore aziendale della sicurezza.
Rischio mancata formazione figure sicurezza lavoro
L’art. 73 del D. Lgs. 81/08 prevede che i lavoratori ricevano un’adeguata formazione a carico del datore di lavoro; se così non fosse, quest’ultimo potrebbe essere soggetto all’arresto da arresto da due a quattro mesi o ammenda da 1.474,21 a 6.388,23 euro (riferimento art.37 co.10 del D. Lgs 81/08). Lo stesso vale per l’Addetto Antincendio, Addetto primo soccorso, RLS, Preposto. La sanzione può scattare dal momento in cui un attestato di formazione scade, o peggio se la formazione non è mai stata fatta. Ma non è tutto. Anche il lavoratore è responsabile della propria formazione, perciò nel caso in cui si dovesse rivelare non collaborativo rifiutandosi di partecipare a un corso, rischia lui stesso richiami o segnalazioni che possono portare a un licenziamento. I datori di lavoro possono svolgere il ruolo di RSPP. Per farlo, hanno bisogno di una formazione adeguata. In caso di inadempienza sono previsti l'arresto da tre a sei mesi o ammenda da 3.071,27 a 7.862,44 euro (riferimento art.34 co.2 del D.Lgs 81/08).
Formazione figure sicurezza lavoro
I corsi di formazione sulla sicurezza sul lavoro rientrano all’interno della formazione obbligatoria. La salute e la sicurezza sul lavoro vanno perseguite tramite una cultura della prevenzione che si crea, innanzitutto, con la formazione e l’informazione. I lavoratori non sono solamente i soggetti tutelati ma anche attori attivi: devono essere consapevoli delle condizioni del proprio ambiente di lavoro, dell’utilizzo dei dispositivi di sicurezza e partecipanti alla valutazione dei rischi e nella prevenzione.
La normativa in vigore in materia di sicurezza sul lavoro pone in capo al datore di lavoro l’obbligo di assicurare a ogni lavoratore la possibilità di ricevere una formazione sufficiente e adeguata in materia di sicurezza sul lavoro.
Nello specifico i corsi di formazione sicurezza sul lavoro sono:
– Datore di lavoro con compiti di RSPP Responsabile Servizio Prevenzione e Protezione
– RLS – Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza
– Formazione Generale e Specifica Lavoratori Art. 36, 37 D.Lgs. 81/08
PROMOTERGROUP S.p.A. offre consulenza sul Sistema di Sicurezza dei Lavoratori e sulla formazione di tutte le figure coinvolte nella sicurezza sul posto di lavoro, sia in aula che, nei casi previsti, in FAD (Formazione a Distanza).
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PREVENZIONE SICUREZZA LAVORO: RISCHIO STRESS TERMICO
PREVENZIONE SICUREZZA LAVORO: RISCHIO STRESS TERMICO
Lo stress termico si verifica quando il sistema di termoregolazione dell'organismo fallisce. La temperatura dell'aria, il ritmo di lavoro intenso, la ventilazione, l'umidità, gli indumenti da lavoro, sono tutti fattori che possono concorrere allo stress termico.
Cos’è il rischio da stress termico
Lo stress termico è legato alle problematiche relative al microclima dei cosiddetti ambienti “severi” (caldi e freddi). Lavori pesanti in ambienti severi caldi sottopongono il sistema cardiovascolare a notevoli condizioni di sforzo, che possono causare il cosiddetto colpo di calore. Per gli ambienti severi freddi il rischio è rappresentato dal possibile insorgere di uno stato di ipotermia, che può determinare anche conseguenze letali. Quando tali meccanismi non sono sufficienti per garantire lo stato di omeotermia, si possono avere disturbi patologici più o meno gravi determinati da disordini dovuti alla instabilità del sistema cardio-circolatorio e squilibri elettrolitici, con conseguenze, talvolta, persino fatali. Il rischio maggiore è rappresentato dal colpo di calore. Quest’ultimo è dovuto a diversi fattori, quali l’elevata temperatura ambientale, l’acclimatazione inadeguata, nonché a fattori legati strettamente alle caratteristiche individuali. Il colpo di calore si manifesta improvvisamente con cefalea, vertigini, astenia, disturbi addominali e può portare al delirio. Quando tale temperatura sale sopra i 42°C circa, numerosi organi possono essere danneggiati e si può arrivare alla morte nel 15-25% dei casi.
Un'esposizione prolungata a temperature elevate può provocare disturbi lievi, come crampi, svenimenti, edemi, o di maggiore gravità, come congestione, colpo di calore, disidratazione. Invece negli ambienti severi freddi è richiesto un notevole intervento del sistema di termoregolazione dell’organismo attraverso meccanismi di vasocostrizione e brivido, per limitare la diminuzione della temperatura delle varie parti del corpo e del nucleo corporeo, dato che sono caratterizzati da bassi valori di temperatura operativa To (temperatura di un ambiente virtuale uniforme e con pareti nere nel quale un generico soggetto scambi, mediante convezione e irraggiamento, la stessa potenza termica scambiata nell’ambiente disuniforme reale attraverso gli stessi meccanismi). Negli ambienti moderatamente freddi la To è compresa tra 0°C e + 10°C, nei severi freddi To è inferiore a 0°C. Il meccanismo del brivido si attiva quando la quantità di energia termica ceduta dal corpo è maggiore di quella prodotta, e la sua insorgenza rappresenta il limite oltre il quale il sistema di termoregolazione non è più in grado di garantire l’omeotermia; ne consegue il raffreddamento delle zone interne del corpo e degli organi vitali (ipotermia, con temperatura del nucleo corporeo inferiore a 35°C) con possibili conseguenze letali, come perdita di coscienza fino alla morte per arresto cardiaco (assideramento).
Valutazione rischio da stress termico
Il datore di lavoro ha l’obbligo di attuare una serie di misure per la riduzione dei rischi sul luogo di lavoro. Negli ambienti freddi, al contrario degli ambienti caldi, è possibile contrastare lo scambio termico uomo-ambiente con il vestiario e con i dispositivi di protezione individuale (DPI); è necessario pertanto fornire ai lavoratori indumenti isolanti asciutti, idonei a mantenere la temperatura interna del corpo al di sopra di 36 °C, prestando particolare attenzione alla difesa di mani, piedi e testa, più sensibili al freddo. Il principale metodo di controllo dell’esposizione al microclima freddo è infatti l’abbigliamento e la norma tecnica UNI EN ISO 11079:2008, basata sul metodo IREQ, tratta della procedura di valutazione dello stress da freddo proprio considerando l’effetto legato all’utilizzo di abbigliamento con varie caratteristiche di isolamento termico per il calcolo della durata massima dell’esposizione. Oltre alla resistenza termica dell’abbigliamento, il metodo IREQ richiede che venga indicata anche la permeabilità all’aria del vestiario. Invece lo standard internazionale ISO 7933 descrive un metodo per la valutazione analitica e l'interpretazione dello stress termico di un individuo che si trova in un ambiente caldo (Predicted Heat Strain - PHS). Importante è identificare i lavoratori che presentano sintomi da stress termico e migliorare la protezione individuale.
Formazione rischio da stress termico
Fra gli interventi possibili è certamente prioritaria un’azione di informazione e formazione per rendere i lavoratori in grado di conoscere ed evitare i rischi connessi al microclima severo freddo o caldo. Il corso “Formazione dei lavoratori” consente al datore di lavoro di assolvere gli obblighi previsti dal comma 1 dell’art. 36, 37 del D. Lgs. n. 81/2008, in materia di formazione dei propri lavoratori, ed è il primo passo del percorso formativo obbligatorio per i lavoratori. Promotergroup S.p.A. mette a disposizione del datore di lavoro consulenti esperti che aiuteranno a creare il documento di valutazione del rischio. Il consulente guida il datore di lavoro nell’individuazione delle misure generali e specifiche di protezione e prevenzione, come indicato dal D. Lgs. 81/2008.
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PREVENZIONE SICUREZZA LAVORO: RISCHIO CLIMA IN EDILIZIA
PREVENZIONE SICUREZZA LAVORO: RISCHIO CLIMA IN EDILIZIA
Spesso non si pone adeguata e sufficiente attenzione sui rischi lavorativi connessi al clima, alle temperature elevate, come nel caso dei lavori outdoor in edilizia, in agricoltura e nella cantieristica stradale. Le ondate di calore possono provocare gravi danni alla salute dei dipendenti e per questo il datore di lavoro deve mettere in atto misure di sicurezza e prevenzione al fine di ridurre i rischi sul lavoro outdoor.
Cos’è il rischio clima in edilizia
Abitualmente per definire il rischio clima viene considerata solo la temperatura, ma in realtà questo parametro deve essere valutato anche in relazione all'umidità, ed eventualmente alla ventilazione e all'irraggiamento per poter avere una indicazione più precisa del rischio. Nei periodi in cui si prevede caldo intenso la prima e più importante cosa da fare ogni giorno è verificare le previsioni meteorologiche, soprattutto nelle attività outdoor dell’edilizia, settore in cui i dipendenti sono maggiormente a rischio di stress termico e colpo di calore.
Valutazione Rischio clima in edilizia
Il datore di lavoro ha l’obbligo di attuare delle azioni per la prevenzione e protezione dal rischio da temperature elevate nelle attività outdoor. Importante è mettere a disposizione del cantiere il termometro e igrometro che possono consentire alle imprese di sapere se il loro cantiere rientra nell’ambito delle previsioni del sistema di allarme HHWWS, che fa stime su ambiti territoriali regionali, o si trova in condizioni più favorevoli o sfavorevoli. I livelli di rischio vanno dallo 0 al livello 3, in cui lo 0 indica che le condizioni metereologiche non comportano un rischio per la salute; questo livello non richiede azioni immediate. Il livello 3 invece indica una condizione di emergenza dunque un’ondata di calore con possibili effetti negativi sulla salute delle persone sane e attive e non solo sui sottogruppi a rischio come gli affetti da malattie croniche. Tanto più prolungata è l’ondata di calore, tanto maggiori sono gli effetti negativi attesi sulla salute. Il datore di lavoro deve valutare il rischio da ondata di calore, con le adeguate previsioni di modalità di eliminazione dei rischi o nel caso in cui non sia possibile, lavorare per ridurlo. Nel POS deve prevedere le misure specifiche in base al periodo di lavorazione, tipologia di lavori, organizzazione del cantiere, anche in relazione alle misure previste nel PSC. Infine deve informare e formare i lavoratori sui possibili problemi di salute causati dal calore, sintomi del colpo di calore, misure di prevenzione previste dal DVR, PSC, POS. La sorveglianza sanitaria è fondamentale perché il medico competente deve valutare lo stato di salute dei lavoratori, fornendo così indicazioni necessarie per prevenire il rischio da colpo di calore in relazione alle caratteristiche individuali di ciascun lavoratore.
Inoltre, la presenza di alcune malattie come le cardiopatie, malattie renali, diabete, obesità possono ridurre notevolmente la resistenza dell’individuo all’esposizione a calore. Infine, il medico competente dell’azienda con il giudizio di idoneità al lavoro dà indicazioni al lavoratore e al datore di lavoro sulle possibilità di poter sostenere l’esposizione a calore; di conseguenza i lavoratori con specifiche indicazioni nel giudizio di idoneità dovranno essere impiegati in attività più leggere e con maggiori pause. Il datore di lavoro ha l’obbligo di programmare i lavori più faticosi in orari con temperature più favorevoli e programmare sospensione dei lavori nelle ore più calde (a partire dalle condizioni di temperature superiori a 34°). L'idratazione è un fattore è molto importante e dunque il datore di lavoro deve garantire la disponibilità di acqua nei luoghi di lavoro ad uso potabile, con aggiunta di integratori minerali e per il rinfrescamento dei lavoratori nei periodi di pausa.
I lavoratori devono anche avere a disposizione idonei dispositivi di protezione individuali ed indumenti protettivi come occhiali per protezione dai raggi solari, abiti leggeri traspiranti, di cotone, di colore chiaro e scarpe di sicurezza/protezione di modello estivo. È sbagliato lavorare a pelle nuda perché il sole può determinare ustioni e perché la pelle nuda assorbe più calore.
Formazione rischio clima in edilizia
Le temperature elevate in edilizia comportano idonee azioni di informazione, formazione e addestramento. I lavoratori devono essere informati sui possibili problemi di salute causati dal calore e sui sintomi che potrebbero manifestarsi in modo da poter intervenire tempestivamente. Accorgersi del pericolo di colpo da calore e subito attuare la terapia appropriata possono salvare la vita.
Il corso “Formazione dei lavoratori” consente al datore di lavoro di assolvere gli obblighi previsti dal comma 1 dell’art. 36, 37 del D. Lgs. n. 81/2008, in materia di formazione dei propri lavoratori, ed è il primo passo del percorso formativo obbligatorio per i lavoratori. Promotergroup S.p.A. mette a disposizione del datore di lavoro consulenti esperti che aiuteranno a creare il documento di valutazione del rischio. Il consulente guida il datore di lavoro nell’individuazione delle misure generali e specifiche di protezione e prevenzione, come indicato dal D. Lgs. 81/2008. Promotergroup S.p.A. ha l’obiettivo di promuovere la cultura della prevenzione e della sicurezza sul lavoro.
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EMPLOYEE BRANDING: GIOMBATTISTA NICASTRO
EMPLOYEE BRANDING: GIOMBATTISTA NICASTRO
Grande forza di volontà, voglia di crescere, grinta, determinazione, ottime capacità comunicative ed empatia con i clienti: questi i tratti caratteristici di Giombattista Nicastro, meglio conosciuto come Titta, Consulente tecnico Area Certificazioni No Food. Giombattista inoltre si occupa di Asseverazioni, Attestazioni SOA, Sicurezza nei luoghi di lavoro (DVR) e di manuali privacy (GDPR); ricopre anche il ruolo di RSPP Esterno.
Conosciamo meglio Giombattista
Giombattista arriva in Promotergroup S.p.A. nel 2012 grazie ad un amico che lo informa della ricerca di personale della società: Promotergroup era infatti alla ricerca di un Geometra che si occupasse di sicurezza nei luoghi di lavoro. Giombattista nel tempo libero ama andare al cinema. Inoltre essendo un ragazzo molto credente è legato alle attività parrocchiali: suona il jambè in parrocchia e frequenta percorsi di crescita individuale e di gruppo. Per Giombattista stare semplicemente in famiglia o con gli amici è la miglior ricetta per staccare dalla routine lavorativa quotidiana e per stare bene.
Raccontaci un aneddoto, una vicenda in particolare, in merito al tuo legame con Promotergroup
“Il sentirsi parte integrante di una famiglia, significa creare una storia, un vissuto straordinario che ti può sicuramente dare soddisfazione. Il volersi bene incide tantissimo, ma la grande voglia di crescita professionale ed umana nell'ambito lavorativo e relazionale è sicuramente la ricetta per creare un legame solido”.
Come vedi il tuo rapporto con l’azienda?
Per Giombattista definire Promotergroup S.p.A. casa è dir poco. Lui è cresciuto in Promotergroup ed è lì che è diventato uomo e professionista.
“Posso dire che con Promotergroup S.p.A. siamo quasi cresciuti insieme, proprio perché insieme abbiamo affrontato la vita e gli scogli che ci si presentavano davanti, superandoli con grande spirito di iniziativa”.
Quali sono i tuoi sogni/obiettivi futuri?
“Crescita delle mie competenze professionali, per poter dare sempre di più a questa grande società e offrire quindi una prospettiva diversa ai clienti. Il mio grande sogno sarebbe quello di poter essere un ottimo strumento/mezzo per la realizzazione dei progetti del gruppo Promotegroup e far sì che anche la mia autostima possa aumentare ancora di più (più di quanto già non lo sia:))
Cambiamento
Per Giombattista cambiamento significa: "saper guardare il mondo con occhi diversi". Promotergroup S.p.A. lo ha aiutato a diventare vero uomo e a crescere sia professionalmente che umanamente; il modo di saper affrontare le avventure e le esperienze che la vita ha in serbo, deriva da una leadership efficace, capace di far raggiungere obiettivi importanti che riguardano anche la salute di un individuo.
Ci racconti il progetto più sfidante a cui hai partecipato?
“Dopo essermi occupato per tanti anni di sicurezza nei luoghi di lavoro, mi è stato poi proposto di occuparmi anche delle certificazioni e di gestire il comparto consulenza, per la programmazione dei lavori, per dare segnali di grinta e per poter affrontare la qualsiasi con l'unità di gruppo. Dopo una fase iniziale di assestamento, ho trovato il mio io e il progetto inizialmente propostomi ha iniziato a portare i primi frutti. Oltre questo grande progetto del quale sono veramente soddisfatto, ho iniziato a girare tanto per le aziende di tutta Italia, trovandomi benissimo, nel saper esporre i servizi da noi offerti ed espletati, trovando una grande risposta anche dai clienti, che si sentivano supportati in maniera professionale ed efficace”.
PREVENZIONE SICUREZZA LAVORO: RISCHI LAVORO DA UFFICIO E DISTURBI MUSCOLARI
PREVENZIONE SICUREZZA LAVORO: RISCHI LAVORO DA UFFICIO E DISTURBI MUSCOLARI
Nell’ultimo decennio sono state condotte varie ricerche per valutare i rischi che il corpo può subire quando si sta seduti davanti alla scrivania per ore prolungate. Il lavoro da ufficio non viene considerato affatto pericoloso come potrebbero essere le giornate esposte al caldo soffocante, eppure anche questa tipologia di lavoro può essere pericolosa per la salute. Lavorare seduti alla scrivania influisce negativamente sul corpo provocando disallineamenti al bacino, inarcamento delle spalle con conseguenti dolori alla schiena e al collo. Tutto questo provoca un aumento dello stress muscolare che influisce negativamente sul lavoro. La sedentarietà è terribile per il corpo, poiché nel tempo ha devastanti effetti sull'organismo che si possono tradurre in disturbi muscolo-scheletrici, obesità, diabete, cancro e malattie cardiache;
Cosa sono i rischi lavoro da ufficio
Molte persone soffrono di mal di schiena, dolori al collo, dolori alle braccia. La gran parte di questi disturbi, definiti genericamente “muscoloscheletrici”, derivano dall’invecchiamento ma spesso essi sono causati da erronei movimenti e/o posture nel corso del lavoro da ufficio. Stare sempre seduti in ufficio provoca non solo dolori articolari e muscolari, ma anche rischio aumentato di disturbi muscoloscheletrici, obesità, diabete, cancro e malattie cardiache, nonostante si faccia sport.
I disturbi più comuni sono senso di peso, senso di fastidio, intorpidimento, formicolio, rigidità, dolore a:
- rachide (collo e schiena)
- arti superiori (spalle, braccia e mani)
- arti inferiori (gambe e piedi).
Il lavoratore ha diritto ad una interruzione dell’attività con pause o cambiamento di attività. Il D.Lgs. 81/08 impone una durata minima di 15 minuti ogni 120 di applicazione continuativa al Videoterminale.
Valutazione dei rischi da interferenza
Il posto di lavoro deve essere ben dimensionato ed allestito in modo che vi sia spazio sufficiente per permettere cambiamenti di posizione e tutti i possibili movimenti operativi dei dipendenti. Il datore di lavoro ha l’obbligo di segnalare subito malfunzionamenti e situazioni di pericolo. Deve prendere in considerazione una serie di aspetti come ad esempio lo spazio sotto il piano di lavoro (la profondità deve consentire l’alloggiamento delle gambe semidistese; la larghezza e l’altezza di tale spazio devono consentire al sedile di infilarsi affinché siano garantite all’operatore la posizione frontale rispetto allo schermo e il comodo alloggiamento delle gambe). Sedersi troppo vicino o lontano dallo schermo del computer può causare affaticamento degli occhi, per non parlare del dolore al collo che può insorgere. È importante assicurarsi che il monitor sia posizionato di fronte e allineato alla tastiera; posizionarlo ad una distanza comoda per la visualizzazione, per molte persone è a circa un braccio di distanza. Se si usano monitor doppi dovrebbero avere le stesse dimensioni e altezza, posizionati frontalmente, con un leggera angolazione Per quanto riguarda l’altezza del sedile deve essere regolata dall’operatore affinché possa assumere la posizione corretta: gambe piegate a 90°, con i piedi ben appoggiati sul pavimento, braccia piegate a 90° e avambracci poggiati sulla scrivania per alleviare il carico sulla schiena. Il lavoratore deve essere sottoposto a visita di controllo per i rischi per vista e occhi e per l’apparato muscolo-scheletrico.
Formazione rischi lavoro da ufficio
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ITALIA ALLA QUARTA ONDATA COVID: GREEN PASS SENZA AUTHCODE
ITALIA ALLA QUARTA ONDATA COVID: GREEN PASS SENZA AUTHCODE
Novità per il green pass. Sarà possibile recuperarlo in autonomia dal sito DGC.
Aumentano i numeri del contagio Covid. L’indice RT è sopra il livello di guardia con un’incidenza che supera i 50 casi ogni 100mila abitanti e l’RT ospedaliero è in salita seppure ancora sotto il livello da zona gialla. Questo porta il Governo ad implementare Le Certificazioni Verdi con la possibilità di scaricare il Green Pass anche senza AUTHCODE ricevuto per email o tramite sms. Infatti la procedura prevede che se si è in possesso dei requisiti, la piattaforma nazionale genera il Green Pass e invia un codice ai recapiti mail personali o tramite sms, forniti quando si è proceduto alla vaccinazione, all'effettuazione del tampone o quando si è ottenuto il certificato di guarigione. Il codice, con i dati presenti sulla Tessera Sanitaria, dà la possibilità di ottenere il pass tramite il sito www.dgc.gov.it o sull'app Immuni. Molti sono stati i casi però di cittadini che non hanno ricevuto il codice tramite sms o email, o che semplicemente lo hanno smarrito riscontrando problemi nel download del Green Pass. Dal 30 luglio, il governo ha pensato di risolvere questo problema implementando la procedura e permettendo attraverso il sito www.dgc.gov.it di recuperare in autonomia il codice authcode e poi scaricare il Green pass dallo stesso sito con Tessera Sanitaria o dall'app Immuni. Sul sito messo a disposizione dal governo, è anche possibile ottenere il Green pass per gli utenti non iscritti al Sistema Sanitario Nazionale ma che sono stati vaccinati in Italia. Per farlo, è necessario inserire il codice fiscale o l'identificativo assegnato per accedere alla vaccinazione e la data dell'ultima somministrazione. Non è necessario l'authcode. Si attende comunque un nuovo decreto per estendere il certificato verde ai trasporti e affrontare il nodo scuola, con sullo sfondo l’ipotesi di obbligo vaccinale per i docenti. La cabina di regia sarà convocata martedì o mercoledì. La linea, in vista del decreto che dovrà essere approvato in settimana, sembra essere quella del green pass solo per navi, aerei e treni a lunga percorrenza. Anche se rimane da decidere la data in cui scatterà l’obbligo.
EMPLOYEE BRANDING: ALESSANDRA SMERDELL
EMPLOYEE BRANDING: ALESSANDRA SMERDELL
Empatia, curiosità, tenacia e simpatia sono i tratti caratteristici di Alessandra Smerdell, Responsabile Tesoreria e Fatturazione Area Amministrazione. Il suo punto di forza è quello di non arrendersi mai e cercare sempre di affrontare ogni situazione con il sorriso.
Conosciamo meglio Alessandra
Alessandra arriva in Promotergroup S.p.A. nel febbraio del 2014. Spinta dalla voglia di iscriversi ad un corso di formazione scopre che l’azienda era in cerca di personale e decide di candidarsi; pochi giorni dopo viene convocata per effettuare un colloquio con il Presidente Gianni Polizzi e da lì inizia la sua nuova avventura.
La più grande passione di Alessandra è suo figlio. Ama la musica, il mare, i viaggi, le passeggiate, i pranzi in famiglia e le cene con gli amici. Quando può legge e rivede i film anche mille volte perché non ricorda mai il finale. Quando non vince la pigrizia, si dedica un po' anche al fitness.
Raccontaci un aneddoto, una vicenda in particolare, in merito al tuo legame con Promotergroup
“Al mio arrivo, ero un po' spaventata da questo mondo inesplorato, un lavoro completamente nuovo. Mi sentivo una pulce, ma i miei fantastici colleghi mi hanno subito fatto sentire parte del gruppo. Gianni Polizzi chiedeva spesso ai miei colleghi di stanza «Ma sta ragazza respira?» e per togliersi ogni dubbio, ma soprattutto per mettermi alla prova, mi affidava dei lavori impossibili da svolgere nel minor tempo possibile. Un grande Leader, ma soprattutto un grande motivatore.
La persona che più mi intimoriva, però, era la mia Responsabile di Area: Serena Morando, una ragazzina con la risposta sempre pronta e allo stesso tempo una Manager con la soluzione sempre in tasca. Era pure quella che, fra tutti, mi stava più sulle scatole. Oggi siamo una squadra, l'una al fianco dell'altra, condividiamo gioie e dolori e soprattutto la stessa passione che mettiamo nel portare avanti il nome di Promotergroup S.p.A. A Gianni e Serena devo tantissimo. Loro sono le due colonne portanti di questa azienda, i miei più grandi mentori, credono in me, c'è stima reciproca e soprattutto fiducia".
Come vedi il tuo rapporto con l’azienda?
Per Alessandra Promotergroup S.p.A. è come una seconda casa. Tante persone sotto lo stesso tetto che hanno imparato a conoscersi, accettarsi e volersi bene, e che lavorano insieme per un obiettivo comune. Promotergroup S.p.A. le ha permesso di crescere, maturare e allargare i suoi orizzonti e per questo anche Alessandra ogni giorno si impegna a trasmettere agli altri e a dare il suo contributo all’interno dell’azienda. Vive il suo lavoro come un gioco, non si annoia mai, ma lo svolge con serietà e dedizione. Si sente al sicuro, ma soprattutto realizzata e gratificata.
Quali sono i tuoi sogni/obiettivi futuri?
“Mi auguro di avere sempre nuovi obiettivi e di non fermarmi mai una volta raggiunti”.
Cambiamento
Cambiamento per Alessandra è sinonimo di sfida e Promotergroup S.p.A. è ogni giorno UN'INFINITA E CONTINUA SFIDA. Lo scorso anno ad Alessandra è stato assegnato il premio "CAMBIAMENTO". Quando è arrivata in azienda era poco più che una ragazzina e anche se già inserita nel mondo lavorativo da molto tempo non aveva mai lavorato in team e in particolare con professionisti del calibro di Promotergroup. Alessandra si è interfacciata con tantissime persone e aziende di ogni settore. Nel corso degli anni ha vissuto innumerevoli cambiamenti aziendali: nuove procedure, nuovi clienti e anche nuovi colleghi. Tutto questo l’ha portata ad avere una maggiore consapevolezza di se stessa, dei suoi limiti e degli obiettivi che può raggiungere, rafforzando aspetti come la curiosità, la capacità di adattamento, ma soprattutto la voglia di imparare, andare sempre avanti e arrivare sempre più in alto.
Ci racconti il progetto più sfidante a cui hai partecipato?
“Nei primi anni alla Promotergroup S.p.A., avevo avuto a che fare solo con carte e numeri. I contatti con l'esterno erano limitati e comunque sempre comodamente gestiti dalla mia postazione in ufficio. Nel momento in cui ho accettato la proposta di passare all'area Formazione Fondi Interprofessionali per il coordinamento dei progetti formativi, per me è iniziata una nuova vita. Ho iniziato a viaggiare, uscendo dalla mia comfort zone, ho visitato tantissime aziende sparse in tutta Italia, ho avuto contatti con enti pubblici e privati e con imprenditori e professionisti di ogni calibro. Non sempre è stato facile, ho incontrato non poche difficoltà, ma tutti gli sforzi sono serviti per raggiungere l'obiettivo principale: portare ogni singolo progetto alla completa realizzazione.
Ma la sfida più grande è stata il mio ritorno alle origini: il rientro in Amministrazione, di nuovo sommersa da carte e numeri, ma con un ruolo completamente diverso, insieme alle mie splendide compagne di viaggio”.
PREVENZIONE SICUREZZA LAVORO: RISCHIO UTILIZZO CARRI RACCOGLIFRUTTA
PREVENZIONE SICUREZZA LAVORO: RISCHIO UTILIZZO CARRI RACCOGLIFRUTTA
La macchina agricola raccoglifrutta si definisce come una piattaforma di lavoro semovente destinata ad operare su terreno naturale non coltivato o sconnesso, per spostare uno o più operatori alle posizioni di lavoro per effettuare la raccolta della frutta, il diradamento, la potatura, o altre operazioni relative alla manutenzione degli alberi da frutta dalla piattaforma di lavoro.
Rischi nell’utilizzo delle macchine agricole raccoglifrutta
Non sono pochi i rischi per gli operatori connessi all’impiego delle macchine agricole raccoglifrutta, chiamate anche carri raccoglifrutta, piattaforme di lavoro sempre più diffuse nel lavoro agricolo. Questa tipologia di macchinari hanno la necessità di avere requisiti di sicurezza chiari, uniformi e specifici in relazione soprattutto alle operazioni per le quali sono state progettate e all’ambiente in cui operano. In particolare si precisa che sono da considerarsi impianti speciali rientranti nel campo di applicazione del d.m. 4 marzo 1982 “le macchine agricole raccogli frutta ad azionamento motorizzato e a mano caratterizzati da:
- piattaforme con portata utile superiore a 350 kg;
- piattaforme a più piani di lavoro;
- piattaforme aventi lunghezza superiore a 4 m”.
I pericoli più rilevanti nell’uso di queste macchine agricole sono:
- Perdita di stabilità;
- Cedimenti strutturali;
- Caduta dell’alto;
- Scivolamenti, urti e cadute durante la salita e la discesa dalle piattaforme di lavoro;
- Schiacciamenti e/o cesoiamenti con organi in movimento.
Valutazione dei rischi
La valutazione dei rischi è un obbligo del Datore di lavoro che deve prevedere e dunque ridurre i pericoli che possono presentarsi. Nel parere tecnico del Coordinamento tecnico delle Regioni del 05/10/2017 viene ribadita l’importanza del rischio di ribaltamento connesso all’utilizzo di piattaforme di lavoro mobili ed elevabili e ciò “costituisce un fattore decisivo nell’inclusione di tali macchine fra il novero di quelle per le quali è necessaria una specifica abilitazione”. Esistono dei requisiti tecnici specifici e misure di sicurezza per le piattaforme di lavoro semoventi fuoristrada destinate a operare nei frutteti, aventi le seguenti caratteristiche o prerogative:
- altezza massima della macchina pari a 3 m
- proiezione verticale del centro dell’area della piattaforma in tutte le sue configurazioni e alla massima inclinazione del telaio come specificato dal costruttore sempre all’interno delle linee di ribaltamento, destinate ad essere usate in agricoltura;
- progettate per lavorare su terreni naturali non preparati e/o sconnessi;
- progettate per spostare almeno due persone alle posizioni di lavoro in un frutteto per eseguire dalla piattaforma operazioni di raccolta della frutta, di diradamento, di potatura, o altre operazioni necessarie per il frutteto.
Formazione rischi lavoratori
La formazione assume un aspetto fondamentale in riferimento ai rischi legati all’utilizzo di macchine agricole e attrezzature. L’Accordo Stato-Regioni del 22/02/2012 individua le attrezzature da lavoro per le quali è richiesta una specifica formazione degli operatori e i carri raccogli frutta rientrano nella categoria della P.L.E. (piattaforme di lavoro mobili elevabili senza stabilizzatori). La formazione rientra negli obblighi di formazione ed addestramento, da parte del Datore di Lavoro, per i lavoratori che effettuano tali lavorazioni, utilizzando attrezzature specifiche per le quali è obbligatorio, appunto, l'addestramento, nonché dispositivi di protezione individuale. Gli obblighi di formazione ed addestramento sono definiti dal D. Lgs. 81/08, agli art.36 (informazione dei lavoratori), 37 (formazione dei lavoratori) ed in maniera specifica per i punti descritti sopra agli art. 73 (informazione, formazione, addestramento per utilizzo attrezzature da lavoro) e 77, in part. comma 4 lett. h (obblighi del Datore di Lavoro relativamente all'uso dei dpi).
Il Corso P.L.E. - Piattaforme di lavoro mobili elevabili senza stabilizzatori ha una durata di 8 ore e prevede il rilascio del patentino P.L.E. per piattaforme elevabili valido in tutta Italia.
Contattaci allo 0932/862613, inviando una mail a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. o su https://www.promotergroup.eu/index.php/contattaci
NUOVO DECRETO COVID: GREEN PASS OBBLIGATORIO
NUOVO DECRETO COVID: GREEN PASS OBBLIGATORIO
Dal 6 agosto green pass obbligatorio per ristoranti al chiuso, palestre, cinema. Restano chiuse le discoteche.
Approvato il nuovo Decreto legge Covid che ha prorogato lo stato di emergenza in scadenza il 31 luglio, al 31 dicembre 2021.Dal 6 agosto ci sarà l’obbligo del green pass per l’accesso a diverse attività: consumazioni al tavolo al chiuso in ristoranti e bar, dove non sarà invece necessario per il servizio al bancone, spettacoli all’aperto, eventi e competizioni sportivi, musei e luoghi della cultura, centri termali, piscine, palestre, parchi tematici e di divertimento, fiere, congressi e concorsi. Il green pass si ottiene con la prima dose di vaccino, con tampone rapido fatto nelle 48 ore precedenti. Per chi sia guarito dal Covid è in vigore per sei mesi dopo la guarigione. Altro punto messo in evidenza dal Decreto riguarda i parametri di rischio per l’ingresso delle Regioni dalla zona bianca alle fasce con più restrizioni. Resta di 50 per 100mila abitanti l'incidenza per passare dalla zona bianca alla zona gialla ma adesso saranno determinanti anche gli indicatori ospedalieri cioè l'occupazione delle terapie intensive e delle aree mediche.
Quelli per entrare nella zona di rischio gialla sono fissati rispettivamente al 10% per le terapie intensive e al 15% per le ospedalizzazioni; 20% e 30% per entrare in zona arancione e 30% e 40% per le zone rosse (percentuale che resta invariata rispetto ai precedenti parametri). Sono esclusi dal Green pass i centri educativi per l'infanzia, i centri estivi e le relative attività di ristorazione. Le discoteche rimangono chiuse ma sono in arrivo 20 milioni di rimborsi. Per chi viola le regole c'è una sanzione da 400 a 1000 euro sia a carico dell'esercente sia dell'utente. Se le violazioni si ripetono in 3 giorni diversi, l'esercizio potrebbe essere chiuso da 1 a 10 giorni. La quarantena sarà ridotta per chi ha il Green pass si abbrevia a 7 giorni, se un vaccinato entra in contatto con un positivo e ha il certificato verde dovrà stare in isolamento un tempo minore. Sulla scuola Draghi ha aggiunto che si farà tutto quello che si dovrà fare per assicurare l'obiettivo di far andare gli studenti in presenza all'inizio del nuovo anno scolastico. Sul tema del Green pass sul posto di lavoro invece ha detto: "È questione complessa e da discutere con i sindacati".