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IMPRESE PRONTE A 1,3 MILIONI DI ASSUNZIONI, MA MANCANO I “TALENTI”
Un’azienda su 2 non trova i candidati con le giuste competenze da assumere. logistica, produzione, IT e vendite I comparti che riscontrano maggiori difficoltà.
Prevista una ripresa del mercato del lavoro.
«A distanza di un anno e mezzo dall’inizio della pandemia, con l’avanzare della campagna vaccinale e il calo dei contagi, emerge una ripresa del mercato. In molti settori, fra cui quello produttivo/manifatturiero, delle costruzioni e dei servizi, si assiste ad un trend positivo nelle intenzioni di assunzione da parte dei datori di lavoro, che a livello nazionale raggiunge il 7%. Una ripresa che avrà comunque al centro la persona e la creazione di un nuovo futuro dell’industria attraverso l'accelerazione dei processi di digital transformation e lo sviluppo sostenibile». Queste le parole di Stefano Scabbio, presidente Sud Europa di ManpowerGroup.
Oggi sono tante le aziende che hanno in corso campagne di assunzione, in particolare di profili che comportano una maggiore selettività del mercato del lavoro post pandemia.
Per l’Italia l’Istat prevede una sostenuta crescita del Pil sia nel 2021 (+4,7%) sia nel 2022 (+4,4%) a cui si accompagnerà un’evoluzione dell’occupazione. Se misurata in termini di Ula (unità di lavoro), registrerà un aumento nel 2021 (+4,5%) e nel 2022 (+4,1%). L’andamento del tasso di disoccupazione rifletterà invece la progressiva normalizzazione del mercato del lavoro con un aumento nell’anno corrente (9,8%) e un lieve calo nel 2022 (9,6%).
Nelle imprese si tornano a registrare prospettive di assunzione positive in Italia per il terzo trimestre (luglio, agosto, settembre) del 2021, con il 15% dei datori di lavoro che prevede un aumento delle assunzioni, il 6% che prevede una diminuzione e il 75% che non prevede alcun cambiamento. Le prospettive occupazionali nette (saldo tra entrate e uscite), depurate dagli aggiustamenti stagionali, si attestano al +7%, il ritmo di assunzione più sostenuto degli ultimi due anni. Sui nuovi ingressi le previsioni migliorano quindi di 8 punti percentuali rispetto al trimestre precedente e di 11 punti percentuali rispetto allo stesso trimestre di un anno fa.
Secondo l’ultimo aggiornamento del bollettino mensile del Sistema informativo Excelsior, realizzato da Unioncamere e Anpal, emerge che sono oltre 560mila le opportunità di lavoro offerte dalle imprese a giugno. Il dato sale a quasi 1,3 milioni avendo come orizzonte l’intero trimestre giugno-agosto. Manifatturiero con alimentare, metalmeccanica ed elettronica e servizi con turismo e commercio e poi costruzioni risultano essere i settori trainanti.
Talent Shortage
Secondo l’indagine di Federmeccanica relativa al primo trimestre del 2021: se il 16% delle aziende dice di aver previsioni di assunzione, oltre una su 2, il 56%, non trova i candidati con le competenze giuste per un settore di cui chi studia o cerca un lavoro fatica a intercettare l’evoluzione. I segnali di ripresa, come ci dicono i dati statistici e le previsioni dei datori di lavoro, ci sono ma l’asticella per superare la porta d’ingresso si è alzata.
I tassi di disoccupazione sempre più alti causati della pandemia hanno portato al Talent Shortage, un fenomeno che conferma ancora una volta la difficoltà dei datori di lavoro nel reperire le persone con le giuste competenze. I settori della logistica, produzione, IT e vendite sono fra i comparti in cui si trovano le categorie professionali più difficili da attrarre.
Le previsioni di assunzione devono però fare i conti con una carenza di talenti sempre più forte che tocca livelli massimi da 15 anni: competenze hard e soft sono sempre più difficili da trovare. In Italia Manpower registra la percentuale dell’85%, il dato più alto da oltre un decennio e quasi raddoppiato negli ultimi 3 anni. Un’indagine a livello globale che ha coinvolto 42mila imprese, dice che quasi 7 datori di lavoro su 10 (69%) segnalano difficoltà nell’assumere nuovo personale: è il dato più alto mai raggiunto dal 2006. Questo è vero per l’Italia dove la percentuale raggiunge l’85%, ma anche per Francia (88%), Romania (86%), Svizzera (83%), Belgio (83%) e Turchia (83%). I tassi più bassi si registrano invece in Cina (28%), Stati Uniti (32%), India (43%) e Sud Africa (46%). A livello globale, la carenza di talenti è maggiore nelle aziende più grandi.