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DIRETTIVA EUROPEA PPWR: NUOVE REGOLE SU IMBALLAGGI
Direttiva europea PPWR: nuove regole sugli imballaggi
Dal 2030 solo packaging riciclabile e meno plastica monouso: l’Unione Europea impone nuove regole per ridurre l’impatto ambientale degli imballaggi e spinge l’industria verso materiali più sostenibili
L’Unione Europea ha deciso di intervenire in modo deciso sulla gestione degli imballaggi e dei rifiuti da essi derivati. La nuova Packaging and Packaging Waste Regulation (PPWR) segna una svolta importante: non più semplici linee guida, ma un regolamento vincolante che si applicherà direttamente in tutti gli Stati membri. L’obiettivo è quello di ridurre la quantità di plastica utilizzata per gli imballaggi, aumentare il riciclo e promuovere materiali più sostenibili.
Nel corso dell’ultimo decennio, il packaging è diventato un problema sempre più evidente. I rifiuti generati dagli imballaggi continuano a crescere a un ritmo preoccupante: nel 2021, ogni abitante dell’UE ha generato in media 188,7 kg di rifiuti da imballaggio (Eurostat, 2023), un dato in costante aumento (+32kg rispetto al 2011). Di questi, una parte significativa è costituita da plastica, il materiale più problematico in termini di riciclo e impatto ambientale. La vecchia Direttiva 94/62/CE non è stata sufficiente a invertire la rotta e, anzi, tra il 2011 e il 2021 il packaging waste generato da imballaggio è aumentato del 27% (Eurostat, 2023).
Di fronte a questa emergenza, la PPWR stabilisce regole chiare e ambiziose soprattutto per quanto riguarda il problema derivante dall’utilizzo di plastica. Anche se rappresenta circa il 19-20% dei materiali da imballaggio, il suo riciclo è attualmente bassissimo mentre il suo impatto sull’ambiente rimane gigantesco. Le soluzioni per la plastica sono fondamentalmente due: ridurre la produzione di plastica vergine; migliorare il processo per la gestione e il riciclaggio della plastica post-consumo.
La normativa introduce, inoltre, percentuali minime obbligatorie di materiale riciclato negli imballaggi in plastica: dal 10 al 35% entro il 2030, fino al 65% entro il 2040. Inoltre, saranno vietati gli imballaggi monouso in plastica per prodotti ortofrutticoli freschi, preconfezionati, di perso inferiore a 1,5 kg, così come quelli per il settore HoReCa destinati a cibi e bevande consumati sul posto. Questo significa un cambiamento radicale per molti settori, in particolare quello agroalimentare, che dovrà ripensare la propria strategia di confezionamento.
Un altro nodo cruciale riguarda i PFAS (sostanze perfluoroalchiliche e polifluoroalchiliche), spesso presenti nei rivestimenti degli imballaggi alimentari per la loro resistenza all’olio e al calore. Noti come “forever chemicals”, questi composti sono altamente persistenti e possono accumularsi negli organismi viventi, con effetti ancora poco chiari sulla salute umana. La PPWR stabilisce limiti stringenti per il loro utilizzo, un passo fondamentale per garantire la sicurezza alimentare e ridurre la contaminazione ambientale.
C’è poi il grande tema del riuso vs riciclo. Il regolamento spinge per un maggiore utilizzo di imballaggi riutilizzabili, ma non tutti sono d’accordo. Secondo EPPA (European Paper Packaging Alliance, 2023), in alcuni contesti il passaggio a soluzioni riutilizzabili potrebbe avere un impatto ambientale addirittura superiore rispetto agli imballaggi monouso, a causa del consumo di acqua e delle risorse necessarie per il lavaggio e la logistica. Il dibattito è aperto, ma una cosa è certa: l’eco-design sarà un elemento chiave. I produttori dovranno ripensare i materiali e i formati degli imballaggi, privilegiando soluzioni più semplici e facilmente riciclabili.
Le aziende non potranno più ignorare il problema. Il regolamento impone agli operatori del settore di contribuire finanziariamente alla gestione dei rifiuti di imballaggio attraverso il principio della responsabilità estesa del produttore (EPR – Extended Producer Responsibility). In altre parole, chi immette imballaggi sul mercato dovrà anche contribuire ai costi della loro raccolta e smaltimento.
Cosa significa tutto questo per l’agricoltura e l’industria alimentare? Il settore agroalimentare sarà tra quelli più impattati dalla PPWR. I produttori di frutta e verdura dovranno adeguarsi all’eliminazione degli imballaggi in plastica monouso, cercando alternative sostenibili che garantiscano la conservazione del prodotto senza aumentare sprechi e costi. Anche il comparto lattiero-caseario e quello delle bevande dovranno affrontare nuove sfide, con l’introduzione di contenitori riutilizzabili e materiali più facili da riciclare.
La PPWR rappresenta una sfida, ma anche un’opportunità. L’innovazione nei materiali e nei processi di confezionamento sarà fondamentale per rispettare i nuovi standard e, al tempo stesso, migliorare la sostenibilità dell’intero comparto.
NUOVA NORMATIVA SULL’ETICHETTATURA IMBALLAGGI: ARRIVEDERCI AL 30 GIUGNO 2022
NUOVA NORMATIVA SULL’ETICHETTATURA IMBALLAGGI: ARRIVEDERCI AL 30 GIUGNO 2022
Entro il mese di gennaio 2022 verranno emesse le linee guida.
Slitta al primo luglio 2022 l’entrata in vigore dell’obbligo dell’etichettatura ambientale degli imballaggi previsto dal DL n. 152/2006 – Testo Unico Ambiente.
Precedentemente previsto per il primo gennaio 2022, l’art. 11 “Proroga di termini in materia di transizione ecologica” del DL 30 dicembre 2021 n. 228 – Decreto “Mille Proroghe 2022” ha disposto la sospensione dell’obbligo di etichettatura ambientale degli imballaggi fino al 30 giugno 2022, nonché la possibilità per gli operatori del settore di commercializzare i prodotti privi dei nuovi requisiti di etichettatura ambientale già immessi in commercio o già provvisti di etichetta al 1° luglio 2022, fino a esaurimento scorte.
La misura, contenuta nel “Testo Unico Ambiente” (DL n. 152/2006), prevede che tutti gli imballaggi dovranno essere opportunamente etichettati, nel rispetto di determinati requisiti, al fine di agevolare le operazioni di raccolta, riutilizzo, recupero e riciclaggio e per dare una corretta informazione ai consumatori sullo smaltimento degli stessi.
All'obbligo sono tenuti tutti coloro che producono merci imballate e prevede che siano dichiarati tutti i materiali di tutti gli imballaggi in modo da facilitare il corretto smaltimento degli imballaggi stessi una volta che divengano rifiuti. Obbligo valido anche per le aziende agricole che vendono prodotti confezionati, come ad esempio bottiglie di vino o di olio, vasetti di conserve o qualsiasi altro prodotto confezionato.
Le nuove indicazioni obbligatorie potranno essere riportate direttamente sull'etichetta o inserite nelle etichettature informatiche, ad esempio tramite i QR-code.
Un ennesimo rinvio che non fa bene ad ambiente, raccolta differenziata e consumatori ma che permetterà alle aziende ancora in ritardo di adeguarsi al meglio in questi 6 mesi.
La disposizione prevede, inoltre, l’emanazione, entro 30 giorni dall’entrata in vigore dell’obbligo di etichettatura degli imballaggi, di un decreto di natura non regolamentare a firma del Ministro della Transizione Ecologica per l’adozione di linee guida tecniche per la corretta etichettatura degli imballaggi.
Nel frattempo, in aiuto alle aziende, il CONAI ha messo a disposizione, all’interno della piattaforma online etichette-conai.com, alcuni strumenti e documenti a supporto degli operatori del settore, come le Good Ideas, con numerosi esempi di etichette “virtuose”.
Per i riferimenti integrali, consultare le news precedenti su questo argomento: https://www.promotergroup.eu/index.php/blog-news/item/118-nuove-normative-sulle-etichettature-degli-imballaggi
https://www.promotergroup.eu/index.php/blog-news/item/164-prorogato-l-obbligo-di-etichettatura-ambientale-per-gli-imballaggi
Per informazioni contattaci allo 0932/862613, inviando una mail a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. o su https://www.promotergroup.eu/index.php/contattaci