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DONNE E SICUREZZA SUL LAVORO: IL DOSSIER 2023 DELL’INAIL
Pubblicato il Dossier che analizza l’andamento infortunistico al femminile attraverso i dati provvisori dell’ultimo biennio e quelli consolidati del quinquennio 2017-2021.
Nel nuovo Dossier donne l’Inail analizza l’andamento delle malattie e degli infortuni lavoro-correlati in ottica di genere e approfondisce il tema della conciliazione tra vita familiare e vita professionale. Il 2022 è stato l’anno in cui gli infortuni sul lavoro che hanno coinvolto le donne hanno registrato, rispetto al 2021, una vertiginosa impennata (+42,9%). L’impennata è correlata al cosiddetto effetto covid, ossia il virus è circolato soprattutto nei settori ad alta presenza femminile, come quello sanitario, dell’assistenza sociale o delle pulizie, esponendo le donne a un maggiore rischio di contagio. La promozione dell’uguaglianza di genere e le iniziative volte a colmare il divario occupazionale tra uomini e donne devono prestare particolare attenzione anche alla sicurezza sul lavoro. La quota dei decessi in itinere delle donne è il doppio rispetto agli uomini. Se nel 2021 l’incremento percentuale tra i lavoratori si aggira intorno al 17,3%, quello tra le lavoratrici sfiora il 30%. L’80% degli oltre 205mila infortuni denunciati dalle lavoratrici nel 2021 è avvenuto in occasione di lavoro e il restante 20% in itinere. Nel 2021 il numero delle infortunate durante il tragitto di andata e ritorno tra l’abitazione e il luogo di lavoro risulta di poco inferiore a quello degli uomini (40.909 casi contro 43.434), a differenza di quanto avvenuto nel triennio 2017-2019, quando lo aveva sempre superato. Nel corso del quinquennio la quota degli infortuni in itinere sul totale dello stesso sesso è stata sempre più elevata per le donne rispetto a quella degli uomini (mediamente 21% contro 11%) e anche per i casi mortali questo rapporto è risultato sempre più alto per la componente femminile rispetto a quella maschile (mediamente 40% contro 21%).
Un quarto degli incidenti femminili è concentrato nelle prime tre ore del lunedì. Nel 2021 l’età media all’infortunio per le lavoratrici è di 42 anni (40 per i lavoratori) e la classe di età che racchiude il maggior numero di casi è quella compresa tra i 50 e i 59 anni (59.257), seguita dalla fascia dai 40 ai 49 (46.714) e da quella dai 30 ai 39 (31.897). Nel corso del quinquennio 2017-2021 l’incidenza degli infortuni delle over 59enni è passata dal 7,6% al 9,5% ed è proprio questa fascia ad aver registrato nel 2021 un terzo dei casi mortali delle donne (49 su 148), 24 dei quali hanno riguardato le lavoratrici di età compresa tra i 60 e i 64 anni. Seguono la classe 50-54 anni, con 31 decessi, e quella 55-59 anni, con 23 (erano 54 nel 2020). L’età media al decesso per le donne è pari a 53 anni, due in più rispetto a quella degli uomini (51). I 148 casi mortali femminili segnalati all’Inail nel 2021 sono 44 in meno rispetto ai 192 registrati l’anno precedente e 34 in più rispetto al 2017, con un incremento di circa il 30% che è quasi il doppio rispetto al +17,3% rilevato per gli uomini.
Patologie professionali
Le patologie del sistema osteo-muscolare e del tessuto connettivo si confermano prevalenti e, insieme a quelle del sistema nervoso, raggiungono l’82% del totale. Se le malattie citate rappresentano il 78% delle denunce dei lavoratori, la stessa percentuale sale al 92% tra le lavoratrici. Inoltre, stando ai numeri, risulta che i disturbi psichici hanno un’incidenza più elevata nella componente femminile di lavoratori. A prevalere sono i disturbi nevrotici, legati a stress da lavoro correlato (dal mobbing per l’82% delle donne e 76% per gli uomini) seguiti dai disturbi dell’umore.
Settori
Il 77,5% delle patologie denunciate dalle lavoratrici nel 2021 è concentrato nella gestione Industria e servizi (contro l’84,4% di quelle dei lavoratori), il 20,6% in Agricoltura e il restante 1,9% nel Conto Stato. Caratteristica, anche per effetto delle distribuzioni occupazionali “di genere”, è la diversa partizione delle denunce tra i due sessi nell’ambito delle attività dell’Industria e servizi. Escludendo i casi non determinati, la quasi totalità delle denunce (70%) degli uomini si concentra nelle attività industriali, come quelle manifatturiere e delle costruzioni. Per le donne accade il contrario, con il 64% dei casi nei settori dei servizi (sanità e commercio i principali) e il restante 36% nelle attività industriali.