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COME É CAMBIATA LA CONCEZIONE DELLO SPAZIO-LAVORO
Dall’ufficio tradizionale all’open space, a spazi concepiti per lo smart working fino all’healthy working.
Durante l’ultimo anno sono molte le aziende italiane che si sono dovute adattare alla condizione di lockdown e chiusura totale, abbracciando all’improvviso una tipologia di lavoro più flessibile, chiamata impropriamente smart working. Lo Smart Working, o Lavoro Agile, è una nuova filosofia manageriale fondata sulla restituzione alle persone di flessibilità e autonomia nella scelta degli spazi, degli orari e degli strumenti da utilizzare a fronte di una maggiore responsabilizzazione sui risultati. Va detto che quanto visto nel contesto del Coronavirus non è “vero” Smart Working, ma un lavoro da remoto spinto che possiamo definire come Smart Working “emergenziale”. Il Covid ha apportato un’evoluzione del concetto di lavoro che sta avendo come conseguenza diretta un ripensamento degli spazi. Così oggi si sta oltrepassando il concetto tradizionale dello spazio-ufficio, per dar vita a diversi spazi, da quello classico con gli uffici affacciati su un unico corridoio, caratterizzati da una scarsa comunicazione tra loro, all’open space è con l’obiettivo di rendere il lavoro più collaborativo fino agli spazi più innovativi e dinamici concepiti appositamente per il lavoro “smart”.
Secondo The Fast Forward 2030 report: The Future of Work and the Workplace, pubblicato da CBRE nel 2017, il futuro sarà in mano alle aziende che saranno in grado di investire sul capitale umano e di creare spazi di lavoro che favoriscano la creatività. Serviranno cervelli in grado di creare invece che eseguire attività ripetitive, perché quello lo faranno le intelligenze artificiali. La differenza nelle aziende è fatta dalle persone, ne sono sempre più coscienti le organizzazioni che puntano alla realizzazione di ambienti efficaci attraverso l’implementazione di strategie chiare e definite, sia nella progettazione che nella gestione della vita lavorativa quotidiana. A segnare la svolta il passaggio dallo smart working all’healthy working, che porta a lavorare in uno spazio e con prodotti che contribuiscono a generare non solo benessere fisico, ma anche emotivo e sociale. Spazi fisici, arredo e tecnologie sono gli artefici di questa trasformazione, guidando comportamenti, e facilitando l’introduzione dei nuovi modi di lavorare. Ma se da un lato i confini spazio temporali del lavoro si assottigliano fino a scomparire, dall’altro si rafforza la consapevolezza che la sfida più grande è dal punto di vista organizzativo. Diventa infatti cruciale la transizione da una leadership basata sul controllo a una ‘leadershift’ basata su fiducia, responsabilità e soprattutto autonomia. Grazie a tecnologia e competenze potrà cambiare profondamente il modo di lavorare. è probabile che nei prossimi anni fenomeni come lo smart working e modelli flessibili e dinamici di organizzazione del lavoro troveranno più spazio e diffusione, a causa dei profondi mutamenti nei modelli di business delle imprese (pensiamo solo a Industria 4.0 o alla gig economy). Questo potrà significare anche mutamenti nelle relazioni industriali, come già si nota dall'alto numero di accordi relativi ai premi di produttività che iniziano ad essere depositati negli ultimi anni.