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LAVORO E ALTE TEMPERATURE: LINEE GUIDA PER AFFRONTARE LE ORE PIÚ CALDE

Le linee guida INAIL da adottare per prevenire gli infortuni e le patologie da calore: formazione, dpi, orari di lavoro, piano di sorveglianza.

 

Le alte temperature registrate negli ultimi giorni hanno spinto alcune Regioni a vietare lavori all’aperto nelle ore più calde. Sempre più spesso i fenomeni climatici estremi sono stati posti in relazione con un aumento del rischio di infortunio sul lavoro. L’esposizione al calore e alle alte temperature potrebbe infatti arrecare danni alla salute dei lavoratori sottoposti a stress fisico e a contatto con fonti di calore. Dopo Lazio, Puglia, Campania e Toscana anche la Regione Sicilia ha emanato un’ordinanza per tutelare la salute dei lavoratori dei settori agricolo, edile e florovivaistico quando il rischio di esposizione alle alte temperature è classificato “alto” dalle mappe dell’Inail elaborate dal Progetto Worklimate (nato dallo sforzo congiunto di Cnr e Inail).

Inail ha messo a disposizione sul proprio sito un vademecum dedicato a lavoratori, datori di lavoro e responsabili salute e sicurezza, con una serie di strumenti che approfondiscono gli effetti delle condizioni di stress termico ambientale sui lavoratori e danno le indicazioni per evitare i rischi di infortuni e malattie. Diversi studi recenti hanno osservato le connessioni che riguardano il cambiamento climatico, l’aumento delle temperature, il rischio di infortuni sul lavoro e le ripercussioni sulla produttività aziendale. I lavoratori, in particolar modo quelli del settore agricolo e delle costruzioni, che trascorrono la maggior parte del loro tempo in attività all’aperto, sono tra i soggetti più esposti agli effetti del caldo e in generale a tutti i fenomeni atmosferici. Per queste ragioni è importante prevenire i rischi connessi al caldo adottando comportamenti in grado di ridurre gli infortuni o le patologie da calore nei luoghi di lavoro.

Come ridurre il rischio di infortunio e patologie da calore nei luoghi di lavoro?

Per prevenire i rischi associati alle alte temperature e all’esposizione al calore, il datore di lavoro, tramite il SPP (Servizio di Prevenzione e Protezione), deve assolvere a una serie di compiti secondo quanto prescritto dal D. lgs. 81/08. Diverse sono però le raccomandazioni che possono interessare datori di lavoro e lavoratori al fine di evitare infortuni e patologie da calore. In primo luogo, il datore di lavoro dovrebbe individuare un responsabile per la sorveglianza delle condizioni meteoclimatiche che deve essere formato sull’uso dell’indice di calore e sui possibili rischi di stress termico. Una buona formazione permette di sensibilizzare i lavoratori sui rischi e le patologie connesse allo stress da caldo così da identificare i pericoli anche grazie all’utilizzo di varie piattaforme che consentono di stimare il rischio microclima in base alle specifiche mansioni lavorative.

Un’ulteriore strategia di prevenzione è quella che interessa gli strumenti di protezione individuale per i lavoratori. Si raccomanda al datore di lavoro di rendere disponibile e facilmente accessibile acqua potabile da bere e per rinfrescarsi. I lavoratori dovrebbero bere almeno un litro d’acqua al giorno e seguire semplici regole per una corretta idratazione. Se l’attività è svolta all’aperto, è consigliabile utilizzare zaini o cinture per l’idratazione dotate di apposito sistema di conservazione (o in alternativa piccoli refrigeratori e brocche d’acqua istallati in postazioni all’ombra). La disponibilità di aree ombreggiate o climatizzate per le pause consente ai lavoratori di idratarsi in modo costante e ridurre il rischio di errore umano, pertanto si raccomanda di programmare pause e consumare pasti in aree ombreggiate.

Per quanto riguarda l’abbigliamento, è opportuno consigliare ai lavoratori di indossare abiti leggeri in fibre naturali, traspiranti e di colore chiaro, che ricoprano buona parte del corpo. L’utilizzo di occhiali da sole con filtri UV e di copricapo o visiere è altamente raccomandato. Inoltre, a seguito di parere medico, potrebbe essere opportuno raccomandare l’applicazione di crema solare ad alta protezione nelle parti del corpo che rimangono scoperte, i lavoratori più esposti alle alte temperature possono essere forniti di indumenti refrigeranti o gilet ventilati.

Rimodulare l’orario di lavoro può ridurre l’esposizione dei lavoratori al calore. Per questo si consiglia l’interruzione del lavoro in casi estremi di rischio di patologie da calore, la pianificazione di attività che richiedono un maggiore sforzo fisico nei momenti più freschi della giornata e la riprogrammazione delle attività da condursi all’aperto in giorni con condizioni meteo più favorevoli.

Prima dell’esposizione dei lavoratori al calore (sia in luoghi aperti che al chiuso) è opportuno sviluppare, con la collaborazione del medico competente e del responsabile della sicurezza, un piano di sorveglianza per individuare precocemente i segni e i sintomi delle patologie da calore così da rispondere tempestivamente alle emergenze per favorire la diagnosi e l’intervento. Tutti i lavoratori dovrebbero inoltre essere messi a conoscenza del piano di sorveglianza ed essere in grado di prestare il primo soccorso.

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