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MAXISANZIONE PER LAVORO NERO: NUOVE REGOLE E SANZIONI

Tra i provvedimenti governativi del D.L. 19/2024, spicca l’aumento degli importi della cosiddetta “maxi-sanzione per lavoro nero”.

 

Il decreto PNRR, ha previsto un incremento del 10% della maxisanzione per lavoro nero, con l’obiettivo di contrastare il fenomeno del lavoro sommerso.

Questa maggiorazione può essere ulteriormente incrementata del 20% nei seguenti casi:

  • Il lavoratore impiegato è un extracomunitario non in regola col permesso di soggiorno;
  • Il lavoratore è un minore in età non lavorativa;
  • Il lavoratore appartiene a nuclei familiari che godono del reddito di inclusione.

Ma non solo. La maggiorazione complessiva del 30% verrà raddoppiata laddove, nei tre anni precedenti, il datore di lavoro sia stato destinatario di sanzioni amministrative per i medesimi illeciti.

La maxisanzione per lavoro nero è una penalità finanziaria imposta ai datori di lavoro che non rispettano le normative in materia di contratti di lavoro, ossia che impiegano personale senza una regolare documentazione contrattuale. Questo provvedimento mira a tutelare i diritti dei lavoratori, garantendo loro condizioni lavorative dignitose e accesso a benefici sociali e previdenziali.

La "maxisanzione" riguarda:

  • i datori di lavoro privati, organizzati o meno in forma di impresa,
  • gli enti pubblici economici,
  • anche le persone fisiche nel caso utilizzino lavoratori impiegati con Libretto di famiglia per prestazioni diverse da quelle consentite dall'articolo 54-bis, comma 6, lettera a), del Dl 50/2017.

Sono esclusi i datori di lavoro domestico.

Le nuove sanzioni

Tale sanzione, è bene ricordarlo, scatta quando a seguito di accesso ispettivo degli organi a ciò deputati, vengono trovati lavoratori per i quali la comunicazione telematica di assunzione non è stata effettuata almeno 24 ore prima della instaurazione del rapporto.

Di seguito il nuovo apparato sanzionatorio:

  • lavoro nero sino a 30 giorni di prestazione lavorativa: da 1.950 euro a 11.700 euro per ogni lavoratore in nero;
  • lavoro nero da 31 e sino a 60 giorni: da 3.900 euro a 23.400 euro per ogni lavoratore, in nero;
  • lavoro nero oltre 60 giorni: da 800 euro a 46.800 euro per ogni lavoratore in nero.

La sanzione non si applica se il datore di lavoro prima dell’ispezione, dell’accertamento o di un’eventuale convocazione per un tentativo di conciliazione, regolarizza spontaneamente, per l’intera sua durata, il rapporto avviato senza la preventiva comunicazione obbligatoria.

L'obiettivo principale della normativa è quello di ridurre drasticamente il fenomeno del lavoro nero, che rappresenta una grave piaga per l'economia e la società italiana. Il lavoro sommerso non solo priva i lavoratori dei loro diritti, ma sottrae anche risorse fondamentali allo Stato sotto forma di contributi previdenziali e tasse.

È fondamentale che i datori di lavoro comprendano la gravità delle nuove sanzioni e si adeguino prontamente alle regole, per evitare pesanti conseguenze economiche e legali. La tutela dei diritti dei lavoratori e la promozione di un mercato del lavoro equo e regolare sono obiettivi prioritari per il futuro del Paese.

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