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GREENWASHING UE: ETICHETTE PIÙ CHIARE E ATTENDIBILI
GREENWASHING UE: ETICHETTE PIÙ CHIARE E ATTENDIBILI
La Commissione Europea avanza una proposta per rendere le etichette più chiare e combattere le false dichiarazioni.
Quasi il 40% delle affermazioni ambientali o dichiarazioni “verdi” sui prodotti fatte dalle aziende oggi sono prive di fondamento. A sostenerlo è la bozza chiamata “Directive of the European Parliament and of the Council on Green claims” della Commissione Europea: si tratta di uno strumento con cui l’Europa punta a nuove direttive per fermare il greenwashing. Il greenwashing o ambientalismo di facciata è una forma di pubblicità ingannevole che praticano molte aziende per "tingere di verde" i loro prodotti e spingere i consumatori a preferirli a quelli dei concorrenti.
Nel preambolo al futuro disegno di legge l'Unione Europea specifica infatti che oggi "i consumatori non dispongono di informazioni affidabili sulla sostenibilità dei prodotti e devono affrontare pratiche commerciali fuorvianti come il greenwashing o la mancanza di trasparenza e credibilità delle etichette ambientali".
SANZIONI
Per placare questo fenomeno, che ormai sta dilagando, l’Europa punta a responsabilizzare i vari stati membri chiedendo ai Paesi di garantire, anche con sanzioni, l’applicazione di future regole. Si passerà infatti probabilmente verso la creazione di un sistema di verifica per la fondatezza delle dichiarazioni ambientali, che dovranno essere verificate da controllori "indipendenti". Le sanzioni per i trasgressori avranno importi stabiliti a seconda della "natura e gravità della violazione" e la multa potrà variare anche a seconda del potenziale danno ambientale causato. In particolare, i termini utilizzati per promuovere un prodotto che dovranno essere verificati con esattezza e comprovati sono alcuni di quelli che oggi sono sempre più diffusi: ad esempio "climate neutral", "carbon neutral", oppure espressioni come "100% CO2 compensato".
Nel novembre 2020, su 344 prodotti analizzati in un caso studio, oltre il 40% delle affermazioni green o i claim pubblicitari apparivano per esempio privi di veridicità e completezza. Inoltre nel 57% dei casi l'azienda non dava elementi sufficienti nemmeno per poter verificare le informazioni. L’Ispra ha istituito una task force proprio per la trasparenza e la finanza sostenibile contro il greenwashing. Servirà per aiutare la corretta destinazione degli investimenti, soprattutto di quelli pubblici, ma anche per sostenere le aziende che vogliono davvero intraprendere percorsi verdi e sostenibili ed essere certificate in tal senso. Tramite Ispra il governo italiano si è messo in campo perché il greenwashing sia gestito e prevenuto in modo efficiente, in modo tale da permettere che il percorso del sistema-Paese verso la decarbonizzazione dell'economia e un vero sviluppo sostenibile proceda senza rischi.