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EMISSIONI CO2, L'EUROPARLAMENTO APPROVA LA RIFORMA DEL MERCATO ETS
Obiettivo incentivare le industrie a investire in tecnologie a basse emissioni di carbonio, salvaguardando i posti di lavoro.
Approvata lo scorso 22 giugno, dall’assemblea plenaria del Parlamento europeo, la proposta di compromesso per la riforma del mercato dei permessi di emissione di CO2 (Ets – Emission trade system). La riforma ETS è passata con una fortissima maggioranza dopo essere stata bocciata, lo scorso 8 giugno, durante l’ultima plenaria di Strasburgo. La proposta, rimaneggiata rispetto alla versione precedente ha ottenuto il supporto di PPE, S&D, Renew e Verdi. Il provvedimento è passato con 439 voti a favore, 157 contrari e 32 astensioni.
Si tratta di un testo legislativo cruciale per riportare il mercato Ets sulla riduzione del 55% al 2030 delle emissioni, invece che del 40% come precedentemente fissato, e per adattarlo al nuovo “meccanismo di adattamento del carbonio alle frontiere” (Cbam). Il Cbam è il sistema di dazi climatici che si applicherà, con introduzione graduale a partire dal 2026, ad alcune merci importate da paesi che non hanno regimi simili all’Ets per la riduzione delle emissioni. In particolare con la riforma Ets l’Europarlamento chiede che il target 2030 di riduzione dei gas serra nei settori coperti dallo strumento salga al 63%, due punti in più rispetto al 61% proposto in origine dalla Commissione. L’obiettivo della riforma è quello di incentivare le industrie a investire nella decarbonizzazione, ma cercando di salvaguardare anche i posti di lavoro. Oltre alla risoluzione sulla riforma dell’Ets, sono state votate altre due posizioni del Parlamento europeo che erano state rinviate anch’esse in commissione Ambiente dopo il voto in plenaria dell’8 giugno: il nuovo Fondo sociale per il clima, a sostegno delle persone più colpite dalla povertà energetica e di mobilità, per aiutarle a far fronte ai maggiori costi della transizione energetica, e lo stesso dispositivo per i dazi climatici (il Meccanismo di adeguamento del carbonio alle frontiere – Cbam).
Il nuovo Fondo sociale per il clima dovrebbe includere:
- misure temporanee di sostegno diretto al reddito (come la riduzione delle tasse e delle tariffe energetiche) per far fronte all'aumento dei prezzi del trasporto su strada e del combustibile per riscaldamento;
- investimenti nella ristrutturazione degli edifici, nelle energie rinnovabili e per passare dal trasporto privato a quello pubblico, al car-pooling e car-sharing e all'utilizzo di modi di trasporto attivi quali la bicicletta. Le misure potrebbero prevedere incentivi fiscali, voucher, sovvenzioni o prestiti a tasso zero.