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INFORTUNI MORTALI SUL LAVORO: 10 MORTI IN 24 ORE
Stop per le aziende che non rispettano le misure di sicurezza. I sindacati sono compatti nel chiedere al governo misure drastiche per contrastare queste morti drammatiche.
In questi giorni si sta molto parlando di infortuni sul lavoro e l'emergenza è sempre più drammatica. Secondo quanto riportato dai media e dalle agenzie sono stati più di 10 gli infortuni mortali sul lavoro che si sono verificati tra il 28 e il 29 settembre. Nel quartiere Eur di Roma un operaio di 47 anni è volato giù da un’impalcatura ed è precipitato per undici piani. Un’ora prima un muratore è deceduto mentre stava ristrutturando una palazzina in provincia di Brindisi a causa del crollo di una parte di solaio, di un balcone e dell’impalcatura. Un altro incidente mortale si è verificato a Rifiano, in Val Passiria, nella zona di Merano: un agricoltore 50enne è morto schiacciato dal suo trattore che si è ribaltato mentre stava lavorando in un frutteto. Il tragico bilancio degli incidenti mortali conta già 677 vittime nei primi sette mesi dell'anno, secondo gli ultimi dati sulle denunce presentate all'Inail. Un numero in calo (-5,4%) rispetto alle 716 vittime registrate nei primi sette mesi del 2020, ma influenzato dalla pandemia e comunque superiore ai dati dello stesso periodo del 2019 e del 2018, due anni pre-Covid. In aumento, nel complesso, risultano le denunce di infortunio sul lavoro presentate tra gennaio e luglio all'istituto, che sono state 312.762, quasi 24 mila in più (+8,3% rispetto allo stesso periodo del 2020), così come risultano in aumento le patologie di origine professionale, che sono state 33.865, quasi 8.700 in più (+34,4%). Molte possono essere le cause di infortunio sul lavoro ad esempio, cadute dall’alto nelle attività edile di ristrutturazione, crolli di solai, balconi e impalcature, sempre in edilizia. Si fa riferimento anche ad infortuni mortali con mezzi di lavoro, ad investimenti nei cantieri autostradali durante il posizionamento della segnaletica, a incidenti con trattori agricoli.
La lunga scia di sangue tra martedì e mercoledì ha spinto il presidente del Consiglio Mario Draghi a dedicare ai morti sul lavoro una lunga digressione nel corso della conferenza stampa post Consiglio dei ministri per l’approvazione della Nadef e ad annunciare un intervento legislativo “entro la prossima settimana” che preveda “pene immediate e più severe” per chi viola le norme della sicurezza sui luoghi di lavoro. I sindacati per contrastare questa piaga richiedono che vengano aumentati i poteri ispettivi e le sanzioni effettuando dunque anche migliaia di nuove assunzioni negli ispettorati del lavoro, nelle Asl e servizi territoriali. Inoltre richiedono la sospensione, fino alla messa in regola, delle attività che violano le norme sulla sicurezza, il miglioramento del sistema di formazione di lavoratori e imprenditori e la creazione di una banca dati unica per infortuni e sanzioni applicate.